Bertolaso ora se la prende anche con l'Onu

Ad Haiti è catastrofe umanitaria

26 Gennaio 2010   12:24  

"Respingo chi sostiene che le mie parole fossero un attacco agli americani, stanno facendo uno sforzo molto importante, così come gli altri Paesi della comunità internazionale e l'Italia. Ma gli Usa condividono con noi le difficoltà dell'organizzazione della macchina dei soccorsi". Corregge il tiro Guido Bertolaso, oggi a L'Aquiila, dopo le dichiarazioni che lo hanno fatto finire al centro di una polemica internazionale.
Ora, nel mirino delle parole del capo della Protezione Civile finisce addirittura l'Onu. "Se uno arriva con 15 mila uomini e poi non sa dove andare e cosa fare, perché non c'è nessuno che glielo dice - afferma - è chiaro che si creano i problemi che tutti abbiamo visto". Si difende, poi, dagli attacchi di Bill Clinton, spiegando: "La mia battuta su di lui era positiva. Speravo veramente che con il suo carisma riuscisse a mettere un po' d'ordine. Se si fosse fatto carico del ruolo di coordinamento, con le Nazioni Unite, sarebbe stato un ottimo segnale per gli haitiani"; non si tira indietro, infine, neanche nella polemica con Frattini respingendo "l'ipotesi che abbia parlato come reazione emotiva: è noto che sono pagato per stare calmo ma anche per fare le cose per bene".
Intanto ad Haiti si fa più dura la guerriglia. Nella giornata di oggi la polizia ha sparato su un gruppo di terremotati, mentre frugavano tra le macerie. Il bilancio è di un morto e due feriti.
Prosegue, al di là di tutte le polemiche, la distribuzione del cibo, sempre più un incubo per gli addetti ai lavori. Josette Sheeran, direttrice del Programma alimentare mondiale dell'Onu, ha affermato a tal proposito: "Si tratta di una delle operazioni più difficili negli oltre 40 anni di vita di questo programma, se non la più difficile".
Rimangono, inoltre, ancora a cielo aperto e senza cibo la maggioranza degli sfollati. La corsa alla ricerca di tende da mettere a disposizione si fa sempre più urgente, in vista dell'arrivo della stagione delle piogge, previsto per aprile.
A marzo si terrà a New York una conferenza tutta dedicata agli aiuti da destinare al popolo di Haiti. Il Premier Jean-Max Bellerive annuncia che ci vorranno almeno dieci anni per la ricostruzione di Haiti.
L'Ue non sta a guardare e ha deciso per l'invio di circa 300mila gendarmi, provenienti da mezzo Continente: Francia, Italia, Spagna, Olanda, Portogallo e Romania. A riferire la notizia è stata l'Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell'Ue, Catherine Ashton. I militari si occuperanno della distribuzione degli aiuti e della sicurezza degli operatori umanitari.
Un dato positivo arriva dalle 25 nascite avvenute dopo il terremoto del 12 gennaio. La bella notizia non deve, comunque, far passare in secondo piano la tragedia dei bambini di Haiti, come precisato da Kathleen Sebelius, ministro della Sanità americana: "Un haitiano su due ha meno di 18 anni. Si tratta di un paese molto giovane. Questa tragedia s'é abbattuta in primo luogo sui più giovani e la loro situazione in futuro sarà ancora più difficile".
Per quanto ci riguarda, infine, l'Italia invierà circa 128 carabinieri, secondo contingente nazionale dopo quello francese.


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