Bimbo ucciso, al via la perizia di Massimo Maravalle da parte del professor Ariatti

L'avvocato dell'uomo: "Non fu il vero Massimo ad agire"

17 Settembre 2014   10:05  

Sono passati ormai due mesi da quella tragica notte a cavallo tra il 17 ed il 18 luglio durante la quale Massimo Maravalle, 47enne tecnico informatico con problemi psichici uccise nel sonno con un cuscino il figlioletto adottivo Maxim, di soli 5 anni, asserendo poi di essere stato colto da un improvviso raptus.

Al fine di determinarne la capacità o meno di intendere e di volere, l'eventuale pericolosità sociale e la capacità di poter sostenere o meno un processo, è stato deciso di sottoporre l'uomo a perizia psichiatrica, di cui ha iniziato ad occuparsi con un primo colloquio il professor Renato Ariatti, perito nominato dal tribunale, docente presso l'Università di Bologna ed autore, in passato, di perizie su Bernardo Provenzano e Annamaria Franzoni.

Agli incontri parteciperanno anche i consulenti di parte: per Maravalle, sarà presente Marilisa Amorosi, responsabile del Centro di salute Mentale di Pescara, mentre la moglie Patrizia Silvestri si avvarrà della consulenza dell'anatomopatologo Ildo Polidoro.

Della tragica vicenda di quella notte di metà luglio è tornato a parlare l'avvocato di Maravalle, Alfredo Forcillo, che ha affermato come "quella notte non è stato Massimo Maravalle ad agire", riportando di fatto le parole del proprio assistito, convinto che a compiere l'insano gesto sia stato un "altro" Massimo.

L'uomo, che oltretutto alcuni giorni prima di commettere il delitto aveva di propria sponte smesso di assumere farmaci, si trova tuttora detenuto (e guardato a vista) nel reparto psichiatrico del carcere di San Donato. Dopo l'accaduto, aveva affermato di sentirsi "al centro di un complotto", e di aver soffocato Maxim poiché intendeva "salvarlo dalle torture", come continuerebbe a quel che sembra a sostenere tuttora.


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Massimo Maravalle
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