Bollette Progetto CASE e MAP, Padovani: "Comune A Rischio Default Grazie All'Assessore De Santis"

Consigliere PSI: "Disastrosa Gestione Del Sindaco Cialente"

07 Ottobre 2015   11:05  

"A dir poco assurdo leggere dichiarazioni che paventano il reale rischio di default del Comune dell’Aquila, causa mancato pagamento delle utenze condominiali del Progetto C.A.S.E. e M.A.P., a firma dell’Assessore Lelio De Santis, vale a dire della stessa persona che si è occupata per anni di tutte le questioni inerenti Progetto C.A.S.E. e M.A.P., e che insieme al Sindaco Massimo Cialente figura quale principale artefice della loro disastrosa gestione"

Sono le parole del consigliere comunale del Psi Gianni Padovani.

"Con scelte scellerate hanno prodotto un enorme debito (oltre 9.000.000 di euro) con Enel Energia s.p.a., oltre a far pagare agli utenti interessati un costo dell’energia elettrica e di gas metano elevatissimo a seguito dell’indecoroso ingresso del Comune dell’Aquila nel regime di salvaguardia, il cosiddetto “mercato dei morosi”, ove il costo dell’energia elettrica e del gas metano è maggiorato del 40%-50% rispetto ai costi standard.

Realtà verificatasi solo perché non si è intervenuti in tempo utile a saldare i conti dovuti, solo perchè per anni, come personalmente ho ripetutamente sottolineato loro, si è continuato a SOTTOVALUTARE la gravità della problematica oggi giunta al suo apice e pertanto non più occultabile.

Il Comune dell’Aquila, e di conseguenza i cittadini aquilani dimoranti nel Progetto C.A.S.E e nei M.A.P., a causa di tale maggiorazione stanno attualmente pagando e dovranno continuare a pagare delle bollette molto più salate rispetto ai cittadini che vivono nelle proprie abitazioni private.

Anzichè avanzare soluzioni fantasiose e lontane dalla realtà, l’Assessore De Santis dovrebbe adoperarsi affinchè si eviti che queste cifre continuino a lievitare in maniera spropositata, anticipando, come Comune, le spese correnti dell’energia elettrica e del gas metano verso Enel Energia s.p.a., vale a dire facendosi provvisoriamente carico del pagamento delle bollette che vanno da ottobre 2014 ad oggi e che non rientrano nella inopportuna delibera relativa alla TRANSAZIONE STRAGIUDIZIALE (perché di questo si tratta!) al fine di non essere più moroso nei confronti di Enel Energia s.p.a.

Si sarebbe così nella possibilità di poter tornare a rinegoziare nuovi contratti di fornitura nel mercato libero con CONSIP (è la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana), o trattare con altre Società di fornitura di energia elettrica e gas metano: Enel Energia s.p.a. non deve essere necessariamente vista come unica referente!

Solo in questo modo i cittadini aquilani del Progetto C.A.S.E. e dei M.A.P. potrebbero tornare a pagare un costo dell’energia elettrica e del gas adeguato e conforme: allora sì sarebbe corretto parlare di giustizia sociale!

Relativamente al recupero del pregresso nel disperato tentativo di onorare la soprarichiamata Transazione Stragiudiziale sottoscritta dal Comune dell’Aquila, non condivido assolutamente il metodo e la scelta di affidare ad una società di recupero crediti l’eventualità di riscuotere tutte le somme per conto dello stesso; la ragione del mio dissenso è semplice: chi pagherebbe questa società di recupero crediti?

Si tratta infatti di una tipologia di società che guadagna prendono una percentuale sulle cifre recuperate, percentuali che possono arrivare anche al 10%. Questo equivale a dire che il Comune dell’Aquila, dunque l’intera comunità aquilana, sarà costretta a coprire a proprie spese il rimanente importo col pericolo di arrivare a pagare al Recupero Crediti fino a 900.000 euro, ed il rischio concreto di non arrivare mai a recuperare l’intero importo del pregresso.

Credo che una simile scelta, quella di mettere le mani nelle tasche degli aquilani, avrebbe dovuto essere condivisa con il Consiglio Comunale.

Non sarebbe forse più facile creare all’interno del nostro Comune una task force che si occupi in modo serio e con strumenti idonei del recupero di questo enorme debito maturato?

Magari, visto che a tale ipotesi qualcuno ha già risposto che l’Ente non dispone di risorse umane per poterlo fare, rinnovando immediatamente i contratti ai bistrattati precari del Comune dell’Aquila, da settimane stazionati c/o Palazzo Fibbioni in attesa che chi di dovere faccia il proprio mestiere, ovvero tutelare gli interessi della sua collettività!

E magari utilizzando quei 900.000 euro per una parte dei loro stipendi, anziché gettarli dalla finestra a favore di una società di recupero crediti della quale, con un po’ più di attenzione, avremmo potuto fare tutti a meno".


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