Sembra sia stato rintracciato su un conto off-shore estero il tesoro che secondo i magistrati avrebbe accumulato negli anni Antonio Di Matteo, ex direttore generale della Tercas tratto in arresto con le accuse di bancarotta fraudolenta, ostacolo all'attività finanziaria di vigilanza ed associazione per delinquere.
L'attività investigativa della Guardia di Finanza, infatti, ha rinvenuto un conto corrente cifrato a Singapore in cui sono contenuti circa 2 milioni di euro, di cui si ritiene fosse beneficiario lo stesso Di Matteo, insieme al commericalista Romano Saverio Signori, presumibilmente il risultato della sua presunta attività di concessione di credito ad imprenditori amici "in esenzione delle ordinarie regole bancarie" - come si legge negli atti della Procura - oltre ad essere lui stesso percettore di finanziamenti bancari attraverso lo schermo di società fiduciarie oggi sequestrate o intestate a prestanomi, recando in tal modo un danno di circa 200 milioni di euro alla Tercas.
Sul capo di Di Matteo, oltretutto, pende anche l'accusa di riciclaggio di una somma di circa 3,5 milioni di euro, provento - si legge sempre sugli atti dell Procura - di simultanee bancarotte fraudolente perpetrate dai sodali a danno di due importanti gruppi aziendali riconducibili a Di Mario e a (nrd. oblio)".
L'ex dg della Tercas, intanto, si trova agli arresti presso il carcere romano di Regina Coeli, in attesa di essere interogato dal gip Vilma Passamonti, anche se il suo legale, l'avvocato Massimo Krogh, ritiene ci siano buone possibilità di ottenere il ricorso al Tribunale del Riesame: "Il mio cliente mi è parso sereno, oltre che convinto di poter chiarire tutto: ritiene, infatti, che si sia verificato un equivoco nell'interpretazione del suo operato da parte dell'Autorità di Vigilanza della Banca d'Italia".