CARLO LUCANTONIO (IDV):"PIU'PARCHEGGI LIBERI IN CITTA'"

21 Maggio 2008   12:00  

Riportiamo integralmente l'intervento di Carlo Lucantonio, coordinatore provinciale dei giovani dell'Italia dei Valori.

 

 

Con una recente delibera la Giunta Comunale ha apportato diversi cambiamenti all’assetto dei parcheggi e della viabilità in città.

Innanzi tutto si apprezza tale provvedimento laddove impone la pedonalizzazione di Piazza Palazzo con la speranza che esso venga fatto rispettare e che si colga anche l’occasione per rendere effettiva l’isola pedonale nella parte alta di Via Sallustio che tale non è.

Tuttavia a fronte del guadagno in termini di vivibilità che si avrà in centro storico, i cambiamenti comporteranno, da un lato, un notevole aumento dei posti a pagamento; dall’altro una dimunizione dei posti disponibili a causa dell’istituzione di nuovi stalli per i residenti e dell’ampliamento della zona a traffico limitato C1, nonché a causa della sostituzione a S. Berardino di alcuni posti auto a favore di quelli per i motorini. Chiedo, petranto, alla Giunta Comunale, di venire incontro agli ormai esasperati automobilisti aquilani esaminando le seguenti proposte:

1) sosta non controllata e quindi gratuita all’interno delle strisce blu dalle ore 13.00 alle ore 16.00 (come accade già a Teramo e in altre città);

2) primi 15 minuti di sosta sempre gratuiti tramite l’utilizzo del disco orario;

3) anticipazione dell’orario di sosta gratuita nelle strisce blu dalle ore 20.00 alle ore 19.30.

Infine devo fare presente, o meglio, ricordare, che la legge (art.7 comma 8 C.d.S) prescrive che in parte di ogni area a pagamento o nelle vicinanze della stessa ci sia un certo numero di posti “senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta”. Perché il Comune possa ritenersi in regola con le prescrizioni di legge non sono sufficienti i posti liberi attualmente esistenti, e questo lo espone alla probabile soccombenza in caso di ricorsi avverso le sanzioni irrogate per il mancato pagamento della sosta. Con conseguente spreco di denaro non solo per spese di giudizio e risarcimenti, ma anche a causa della inspiegabile abitudine dell’Amministrazione a resistere ad oltranza in giudizi già persi.


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