Era vittima di raptus di gelosia Laura Titta, la soldatessa arrestata oggi - nella caserma di Ascoli Piceno, la stessa dove presta servizio Salvatore Parolisi, il vedovo di Melania Rea - con l'accusa di favoreggiamento di boss latitanti del clan dei casalesi.
L'elemento della gelosia si evince dall'ordinanza di custodia cautelare che le hanno notificato i carabinieri.
Questo tratto del suo carattere emerge, in particolare, quando uno dei suoi fidanzati, Giovanni Mola, ora collaboratore di giustizia, le riferisce che ha intenzione di andare da solo a far visita al killer latitante Emilio Di Caterino nel suo nascondiglio; il boss ha chiesto di incontrare Angela, un'amica di Laura, e bisogna accompagnare la giovane da lui.
"Nel corso della conversazione - è scritto nel provvedimento - Laura Titta é presa da un raptus di gelosia in quanto Giovanni Mola esternava la volontà di procedere autonomamente in tal senso".
Questa l'intercettazione del colloquio tra i due fidanzati, che tra l'altro ha consentito agli investigatori di comprendere che il "Marco" di cui parlavano non era altri che Emilio Di Caterino: nella foga della conversazione, infatti, la soldatessa si lascia scappare il vero nome.
Laura: Ma fammi capire, che cazzo ci vai a fare da Angela?
Giovanni: Come, ci devo dire il fatto di Marco.
Laura: Ma non mi interessa, glielo vieni a dire insieme a me, quando stai con me, no solo tu. (omissis). Giovanni, devi andare da Angela, fammi capire?
Giovanni: Ma tu non mi ci vuoi portare, sono due settimane.
Laura: Ti porto io, ti porto, adesso tu non ti permettere proprio.
Giovanni: L'anno prossimo... L'anno prossimo mi ci porti.
Laura: Perché se tu ti permetti, dopo te lo faccio vedere io.
Giovanni: L'anno prossimo mi ci porti.
Laura: Ma qual è il problema, mo Emilio... eh ... mo Marco sta con la moglie, quindi non puoi lo stesso portarla là.
Giovanni: Umhh.
Laura: La moglie domani se ne va e domani andiamo là con Angela, va bene? Hai capito?.