Campus automotive, Tagliente scrive a Chiodi: "Dispendio inutile ed improduttivo di milioni di euro"

12 Ottobre 2012   16:52  

Una lunga lettera per contestare il progetto del Campus auto motive di recente approvato dalla Giunta Regionale è stata scritta dal consigliere regionale Giuseppe Tagliente al presidente Gianni Chiodi. In particolare si contestano alcune circostanze:

-anzitutto che del progetto, che impegnerà soltanto in una prima fase ben 38 milioni di euro, non si sia parlato in maggioranza

- in secondo luogo che esso sia quanto mai inopportuno alla luce di alcune considerazioni sull’andamento del mercato dell’auto.

Perché, si chiede, anche Tagliente, non sono state coinvolte anche la aziende operanti in Abruzzo nello stesso settore? Sevel e NsG Pilkington perché non hanno aderito?

Con 38 milioni di euro si sarebbero create infrastrutture in grado di ammodernare il sistema portuale abruzzese e dare così seriamente una mano alle imprese in termini di abbattimento di costi e di logistica.

Qui la lettera integrale:

Carissimo Presidente,

La Giunta regionale con delibera del 2 ottobre u.s. ha individuato la Camera di commercio di Chieti come l’Ente incaricato della realizzazione, gestione e sviluppo del “Campus dell’innovazione automotive e metalmeccanica”. In pratica ha approvato, senza discuterne neanche con la sua maggioranza, un progetto presentato da privati teoricamente rivolto alla promozione ed allo sviluppo nel settore automotive abruzzese dal costo di ben 38 milioni di euro. Su di esso mi permetta di fare qualche considerazione ad ampio raggio.

 

La prima è quanto meno ovvia.

Perchè nel momento in cui Marchionne ritiene, come hanno riportato i giornali, che non sia assolutamente il tempo giusto per investimenti nel settore auto, la Regione decide di avviare di corsa questa iniziativa?

A tal proposito mi limito a guardare le notizie acquisite con un documento del 24/09/2012, secondo cui soltanto il costo per un primo stralcio del progetto

( repetita juvant: “per un primo stralcio”) è di 45 milioni di euro da finanziare con fondi FAS per circa 38 milioni (pari ad un contributo di oltre l’85%), e rimango perplesso in assenza di dati confortanti. In altre parole, mi avrebbe fatto piacere che nel documento fosse stato riportato l’incremento occupazionale previsto in corrispondenza a tale investimento, ma tale dato non emerge da nessuna parte. Ergo, la Regione investe 38 milioni di soldi pubblici su una speranza che fruttino “qualcosa”. Non Le sembra che oggettivamente il ritorno di questo investimento sia un po’ bassino?

In secondo luogo, mi avrebbe fatto piacere anche che nello stesso documento fossero riportate in dettaglio le singole voci di costo grazie alle quali si ottiene il suddetto importo, di cui Bersani direbbe certo che non sono bruscolini. Qualcuno potrebbe obiettare che in politica bisogna guardare il quadro generale, pensare alle strategie di lungo periodo, ma, secondo me, questo approccio non va più bene: penso che i politici debbano oggi sporcarsi le mani e rompersi la testa nel guardare dentro quei conti in profondità con la diligenza del buon padre di famiglia, perché è questo che chiedono gli elettori ed è questo ciò che può fermare il rifiuto della politica.

Mi avrebbe fatto molto piacere, caro presidente, sapere inoltre che quale sarà il costo complessivo del progetto, considerando che i 45 milioni sono solo un primo stralcio.

Non conoscendo la cifra complessiva dell’intero progetto non posso azzardare valutazioni di merito, ma non riesco proprio a togliermi dalla testa quel tal Marchionne, col maglioncino a girocollo, che non vuole oggi investire una lira, che sia una, nell’automotive. Mi può quindi far sapere quale sarà l’esborso totale per questo Campus e se vale davvero la pena finanziarlo? Anche perché faccio veramente fatica a comprendere questo progetto. In una delle pagine del documento illustrativo sono riportate in premessa le minacce che gravano sulle imprese del settore automotive in Italia: ricerca di global player, frammentazione e sottocapitalizzazione delle imprese, mancanza di componentisti italiani di primo livello, carattere sistemico dell’innovazione, localismo delle imprese italiane … Per quanti sforzi io cerchi di fare non riesco a capire come il progetto possa risolvere queste minacce.

Spero che la Grazia mi illumini a breve, come Paolo sulla via di Damasco, ma, per favore, che sia un’illuminazione a luce elettrica ( concentrata e chiara ) e non a candele ( oscura e fumosa ).

Per l’Abruzzo, dove un terzo dell’occupazione e buona parte dell’export regionale viene da due sole aziende, Sevel e NSG, ed in cui la crisi è oggi più congiunturale che strutturale, mi domando infine perchè non sono stati coinvolti nel progetto il management di queste aziende al fine di capire quali potrebbero essere gli investimenti che possono aiutare a superare l’attuale momento. Ecco un altro dei punti sui quali aspetto lumi, in mancanza dei quali mi risulterà difficile capire perché questi fondi non siano stati più proficuamente dirottati altrove, sul sistema portuale ad esempio, che, opportunamente adeguato e modernizzato, può dare davvero un supporto alle imprese in termini di costi e di logistica.

Nel documento ci sono poi diverse altre “incomprensioni” , ma non intendo certo tediarLa con tutte queste piccolezze. Gliele risparmio, ma se volesse sono a Sua disposizione per illustrarglieLe a voce.

In conclusione, non posso non riportarle tuttavia il mio fastidio sull’ultima pagina del citato documento, quella delle risorse umane. Senza offesa, sembra scritta sotto dettatura di un padrone delle ferriere del primo novecento. Ci sono molte, troppe cose che mi hanno dato fastidio in quella pagina, ma la più odiosa è il considerare una legge dello stato, emessa per una migliore assistenza dei disabili, le legge 104, come una forma di assenteismo. Allora anche la maternità sarebbe assenteismo?

In attesa di un Suo cortese cenno di riscontro in merito a queste mie sintetiche osservazioni, voglia gradire i miei più cordiali saluti.

 

 


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