Caos e polemiche per la riduzione degli Ospedali abruzzesi

Dopo l'annuncio del Ministro Fazio

30 Aprile 2010   14:54  

La notizia ufficializzata ieri dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, tramite un video trasmesso durante un convegno a Pescara, secondo cui entro il 2012 in Abruzzo  il numero degli ospedali dovrà passare da  22 a 9, ha sollevato, come era prevedibile,  numerose reazioni e forti polemiche.

In particolare il Ministro Fazio ha inoltre parlato di un processo organizzativo che, entro il 2012, vedrebbe piu' che dimezzato in regione il numero degli ospedali. Nessuna diminuzione, quindi, dei posti letto ma una sensibile riduzione di quelli per acuzie, compensata da un contestuale aumento delle lungodegenze. E mentre l’assessore regionale alla sanità, Lanfranco Venturoni ha provato a gettare acqua sul fuoco affermando che non saranno ridotti i posti letto ma sarà attuato un piano di riordino della rete ospedaliera regionale, il vice presidente della Commissione di inchiesta sul sistema sanitario nazionale e coordinatore dell'Idv in Abruzzo, Alfonso Mascitelli, ha affermato che "Fazio e Venturoni continuano a parlare della sanità abruzzese come se fosse un fatto privato di cui rendere conto solo nelle loro esternazioni ad effetto sulla stampa e non invece scelte complesse e delicate che devono coinvolgere la responsabilità di tutte le istituzioni, consiglio regionale ed enti locali, ma soprattutto il diritto di tutti i  cittadini a veder garantiti i livelli essenziali di assistenza". Il capogruppo regionale dell'Idv, Carlo Costantini, ha ribadito che "dal ministro Fazio è arrivata un'umiliazione senza precedenti della classe politica regionale abruzzese". "Il deficit - spiega Costantini - obbliga la Regione a dotarsi e a rispettare un piano di rientro del debito, ma non altera gli equilibri costituzionali per effetto dei quali è la Regione a dover decidere l' organizzazione dei servizi sanitari, inclusa la propria rete ospedaliera. Le dichiarazioni di Fazio confermano, invece, ancora una volta che la classe dirigente che governa la nostra Regione ha appaltato al Governo non solo la localizzazione delle centrali nucleari o la realizzazione di pozzi petroliferi, ma persino la ridefinizione della rete ospedaliera, di fatto consentendo un esproprio senza precedenti in Italia di prerogative e di competenze che la nostra Costituzione assegna alle Regioni".


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