Carcere di Sulmona: panico per un materasso a fuoco

Il carcere sventurato

06 Maggio 2010   11:01  

Un nuovo fatto ha rischiato di scatenare l'ennesima tragedia nel carcere di Sulmona. Un detenuto napoletano, V.F. di 40 anni, nella tarda serata di martedì 4 maggio ha dato fuoco al materasso della sua cella, nella sezione alta sicurezza del carcere di Sulmona. Il fumo prodotto ha scatenato il panico nella sezione dove i detenuti, temendo di rischiare di morire soffocati, hanno incominciato a sbattere le posate selle inferriate delle celle, scatenando il panico.
Tempestivo l'intervento degli agenti penitenziari, che hanno immediatamente trasferito in un luogo più sicuro i 50 reclusi ad alto indice di sicurezza. Dopo circa due ore, liberata l'area dal fumo, hanno potuto far ritorno nelle loro celle.
Sull' evento ha invito un'inchiesta il direttore del carcere, Sergio Romice, per comprendere i motivi che hanno prodotto il gesto del detenuto napoletano.
L'attuale struttura, sita in via Lamaccio, è aperta dal 1992, dopo il trasferimento da vecchio monastero benedettino ora sede dell'Archivio di Stato e gli ultimi anni sono trascorsi tra suicidi in cella, aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria da parte di detenuti e molti tentativi di suicidio.

Il detenuto responsabile dell'avventato gesto dei giorni scorsi è coinvolto nelle vicende criminali della banda della Magliana. E' considerato per questo particolarmente pericoloso. Inoltre le sue attuali condizioni psichiche lo costringono all'assunzione di consistenti dosi di psicofarmaci. Proprio a questo aspetto sembrerebbe essere legata la sua protesta. La decisione del supercarcere di Sulmona di non  accettare alcune sue richieste che andavano contro il regolamento interno dei detenuti avrebbe innescato il folle gesto.


Un ennesimo fatto grave che si aggiunge all'elenco degli eventi nefasti che hanno caratterizzato gli ultimi anni di vita del carcere di Sulmona.
Solo ripercorrendo i fatti più recenti, all'inizio di questo anno, a gennaio, in poche ore, un suicidio, quello del detenuto Antonio Tammaro, di 28 anni di Villa Literno, in provincia di Caserta e un tentato suicidio nella stessa serata.

La serie dei morti inizia dal 1994 con Luigi D'Aloisio, 37 anni, di Barletta (Bari), malato di Aids, si impicca con il lenzuolo. Dopo di lui, ne verranno molti altri e il carcere di Sulmona diventa famoso con "il carcere dei suicidi": ben dieci, in soli quindici anni. I detenuti sono tutti morti impiccati, tranne uno, il suicidio del Sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini. Il 16 agosto del 2004 Valentini fu trovato nella sua cella soffocato da un sacchetto di plastica stretto alla gola da lacci per le scarpe.
Nel penitenziario di Sulmona però non solo detenuti tra i suicidi. Il 19 aprile 2003 l'allora direttrice del carcere Armida Miserere si tolse la vita sparandosi un colpo di pistola alla testa.

 

 

 


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