Carola Rackete Comandante della Sea Watch alla commissione libertà civili Europarlamento

"Dov'era l'Europa quando abbiamo chiesto aiuto?"

03 Ottobre 2019   12:29  

"Non ho salvato la vita di migranti o rifugiati, ho salvato vite umane. Questo è ciò che la legge del mare mi dice di fare come capitana: portare le persone in pericolo in mare in un porto sicuro, indipendentemente da razza, classe o sesso". Così la comandante della Sea Watch, Carola Rackete nella sua audizione davanti alla commissione libertà civili dell’Europarlamento e rilanciata su Twitter.

"Il Mediterraneo centrale - ha aggiunto - si sta trasformando in un cimitero, mentre l'omissione di soccorso e i respingimenti per procura sono diventati una pratica istituzionalizzata, il dovere di salvare è stato criminalizzato".

Quando è entrata in aula, l'Assemblea, che l’ha ascoltata proprio nel giorno dei migranti e nel giorno in cui a Lampedusa si commemora la strage del 2013, ha dedicato alla comandante una standing ovation. Ma Carola non ha fatto sconti all’Ue ripercorrendo le vicende che hanno accompagnato quello che è stato definito il caso 'Sea Watch'. "Ho ricevuto molta attenzione non voluta, inviti, premi da parte di diversi paesi Europei ed Istituzioni, dopo essere entrata nel porto di Lampedusa - ha detto

"La mia" decisione di entrare in porto con la Seawatch3 "dopo 17 giorni in mare senza ricevere risposta non fu una provocazione come molti hanno detto. Ma un'esigenza" Ritenevo che non fosse più sicuro restare in mare e temevo per quanto poteva accadere", aggiunge.

Dopo l'episodio della Seawatch3 "ho ottenuto attenzione dalle istituzioni, ma dove eravate quando abbiamo chiesto aiuto?" 

L'unica risposta che ho avuto allora è stata da Tripoli, dove non potevo andare. In Europa, la culla dei diritti, nessun governo voleva 53 migranti. E' stata una vergogna. Le istituzioni mi hanno attaccata - aggiunge -. Sono stata lasciata sola. I governi hanno eretto muri, come se sulla nave ci fosse la peste". 

 Ricordando proprio il sesto anniversario della strage in morirono 668 migranti a largo delle coste di Lampedusa, Carola ha sottolineato: "Sono passati sei anni ed invece di impegnarsi per evitare tragedie simili, i membri della Ue hanno avviato una politica di esternalizzazione delle loro responsabilità, con la pratica di respingimenti ed omissioni di soccorso, delegando i salvataggi ad un Paese in guerra, la Libia, in violazione della legge internazionale".

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