Case "E", dell'ordinanza nessuna traccia. E la ricostruzione è di nuovo al palo

24 Ottobre 2011   11:44  

A giugno del 2010 si posero alla testa di ventimila aquilani che sollecitavano il governo a sospendere il pagamento delle tasse e ad intervenire per la ripresa economica e invasero l'autostrada A24. Oggi, risultano indagati per interruzione di pubblico servizio. Quindici persone in tutto, tra le quali il sindaco Massimo Cialente, l'assessore Stefania Pezzopane, il deputato Giovanni Lolli, il consigliere provinciale Lucia Pandolfi, il presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti e il capogruppo del Pd Vito Albano.

Prosegue, intanto, a L'Aquila, l'attesa per la nuova ordinanza, annunciata da quasi due mesi, che avrebbe dovuto imprimere una accelerata alla ricostruzione fuori dai centri storici.
Neanche gli strali dell'Ance sono serviti a spronare il commissario Gianni Chiodi e il governo. “La ricostruzione è ferma, bloccata, paralizzata, e intanto ottomila operai edili rischiano di essere licenziati” aveva tuonato il presidente dei costruttori Gianni Frattale.

Resta al palo anche la ripresa economico-produttiva dell'area colpita dal sisma.

Il 7 novembre scade il termine entro il quale il governo deve fornire alla Commissione europea la ulteriore documentazione richiesta per il riconoscimento della Zona franca urbana.
“Siamo alla fine dell'iter amministrativo” fa sapere il vice presidente del Consiglio regionale Giorgio De Matteis, che avvia oggi una serie di incontri con le parti sociali, “fase necessaria – dice – per mettere sul piatto varie ipotesi su cui elaborare il provvedimento”.
E sarà presto a L'Aquila il capo delegazione del Pd al Parlamento europeo, David Sassoli. Si attivano, insomma, anche gli eurodeputati, dopo la figuraccia di due domeniche fa, quando ai nostri microfoni, in occasione di una manifestazione del Pd, dissero di essere all'oscuro della vicenda.

servizio Marco Signori
montaggio Alessandro Di Giacomantonio


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