Cassa integrazione in deroga, presidi Cgil, Cisl, Uil davanti alla Prefetture

29 Aprile 2014   11:02  

Resta gravissima la condizione di migliaia di lavoratori abruzzesi a causa della sospensione dei pagamenti delle indennità di cassa integrazione in deroga.

Nonostante le ripetute sollecitazioni di Cgil, Cisl, Uil nei confronti del Ministero del Lavoro riguardo alla necessità di reperire nuove risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga, nessun provvedimento è stato ancora deciso. A causa dell’immobilità del Governo, in tutte le Regioni non sarà possibile prevedere nuove autorizzazioni dopo il prossimo mese di giugno. Per i pagamenti la situazione è peggiore: in Abruzzo sono fermi ad ottobre dello scorso anno. Migliaia di famiglie di lavoratori da 5 mesi non percepiscono nessun reddito! Non si comprende, allora, perché le risorse già stanziate nella legge di stabilità, un miliardo e 600 milioni (di cui 400 utilizzati per pagare parte degli arretrati del 2013) non vengano immediatamente rese disponibili.

Ma le preoccupazioni del sindacato e dei lavoratori non finiscono qui: se da un lato il Governo appare immobile nella ricerca di nuove risorse per finanziare gli ammortizzatori, dall’altro sta definendo la bozza di un nuovo Decreto interministeriale di riforma degli ammortizzatori, che prevede tagli e limitazioni alla concessione di cig e mobilità in deroga.

“Come sindacato, a livello unitario, abbiamo già detto al Governo, al Parlamento, ed alle forze politiche, che in questo momento, col persistere della più grave crisi economica, finanziaria e industriale dal dopoguerra, non è assolutamente possibile privare i lavoratori di uno stabile strumento di integrazione del reddito. E’ certo che una razionalizzazione è necessaria, ma è quella già disegnata dalla legge Fornero, che prevede l’erogazione degli ammortizzatori in deroga fino al 2016, per garantire tutti i lavoratori delle piccole imprese nella fase di “graduale transizione” dal vecchio sistema al nuovo, quello dei Fondi bilaterali di solidarietà, che, gestiti da sindacati ed imprenditori, dovranno entrare in funzione nei prossimi mesi.

Di fronte a questa situazione, Cgil, Cisl, Uil hanno quindi deciso una immediata mobilitazione di tutte le strutture, con iniziative a livello territoriale. La CISL ha indetto, insieme a CGIL e UIL, in Abruzzo dei presidi davanti alle Prefetture il giorno 30 aprile dalle ore 10.00 alle ore 12.30.

Se queste non dovessero ottenere un risultato immediato, verrà indetta una manifestazione nazionale per chiedere atti urgenti, concreti, efficaci da parte del Governo, dichiara il Segretario della CISL Abruzzo Molise, Maurizio Spina”.

La situazione sociale nella nostra Regione rischia di diventare esplosiva in quanto le condizioni di moltissimi lavoratori e delle loro famiglie stanno peggiorando pesantemente.

In Abruzzo nei primi 3 mesi del 2014 le ore autorizzate di cig in deroga sono praticamente raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2013, passando da 1 milione 227 mila a 2 milioni 132 mila. Ma il dato è ancora sottostimato, per il ritardo nelle autorizzazioni a causa della mancata copertura finanziaria da parte del Governo. Segnano invece una flessione gli interventi di cassa integrazione ordinaria ed anche di quella straordinaria, ma l’ammontare complessivo delle autorizzazioni, quasi 8 milioni e 500 mila ore, resta a livello troppo elevato, quasi 4 volte più alto del periodo pre-crisi, e segnala il persistere di una grandissima sofferenza di tutti i settori produttivi, dall’industria all’artigianato, dal commercio ai servizi.

Tra le province abruzzesi il ricorso alla cig è in aumento a Pescara (46,9%) e a Teramo (50,5%), invece a L’Aquila e Chieti si registra una diminuzione degli interventi, rispettivamente del 51% e del 30%. L’Abruzzo dal 2008 al 2013 ha perso quasi 30 mila occupati. I dati Istat, relativi all’ultimo trimestre 2013, dicono che i disoccupati, oggi, sono esattamente il doppio, 63 mila, contro i 32 mila del 2008, e il tasso di disoccupazione ha raggiunto la soglia dell’11,4%; mentre quello giovanile è in aumento di quasi 5 punti percentuali passando dal 33% nel 2012 al 37,7% nel 2013. 


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