Centrale di compressione e metanodotto SNAM, 2 giorni di incontri del WWF a Sulmona

Il territorio ribadisce il no mentre la Regione resta a guardare

28 Giugno 2019   12:12  
Il Governo abruzzese non risponde all’appello del sindaco Casini. WWF e Legambiente affiancheranno la battaglia giudiziaria anche in appello e chiedono al presidente Marsilio e alla sua Giunta di rompere gli indugi e di schierarsi al fianco dei cittadini
 
Il territorio si mobilita e la Regione assurdamente resta a guardare: questo, in estrema sintesi, il commento di WWF e Legambiente di fronte al nuovo capitolo della lunga battaglia civile che la Valle Peligna e l’Abruzzo intero stanno conducendo contro il metanodotto SNAM che dovrebbe attraversare il Paese lungo la dorsale appenninica sfidando un territorio fragile e sismicamente instabile con una centrale di compressione localizzata proprio a Sulmona.
 
Da tempo la popolazione ha detto no e lo ha fatto con ricorsi, manifestazioni, tante iniziative pubbliche e con il massimo coinvolgimento possibile di cittadini, istituzioni, associazioni e comitati. Ieri nella sala del consiglio comunale di Sulmona, indetta dal sindaco Annamaria Casini, è iniziata una “due giorni” dedicata ad approfondire la situazione dopo che il TAR Lazio ha respinto i due ricorsi presentati dalla Regione e dal Comune di Sulmona, l’uno e l’altro appoggiati da diversi interventi “ad adiuvandum”, compreso quello predisposto dall’avv. Francesco Paolo Febbo a nome di WWF e Legambiente.
 
Nel primo incontro, ieri, il prof. Alfonso Celotto, Ordinario di Diritto Costituzionale nell’Università di Roma Tre, nonché avvocato del Comune di Sulmona, ha pubblicamente esaminato la sentenza del TAR Lazio, illustrando le prospettive positive che emergono per il ricorso al Consiglio di Stato. Sono seguiti gli interventi di esponenti politici di vari schieramenti, di Giovanna Margadonna e Mario Pizzola dei Comitati cittadini per l’ambiente, di sindaci e di WWF e Legambiente. Da parte di tutti è stata ribadita la volontà di proseguire la lotta sul piano giudiziario e su quello politico. Il sindaco di Sulmona ha annunciato il ricorso in secondo grado e lo stesso hanno fatto le associazioni e molti altri. Unanime tra i presenti anche la volontà di continuare a contrastare su ogni tavolo progetti (la stazione di compressione, per la quale siamo a livello di ricorsi e il metanodotto, il cui iter è un po’ più indietro) assurdamente spezzettati con procedimenti autorizzativi che non hanno mai potuto esaminare gli impatti complessivi. 
 
Unica nota stonata: la totale assenza di rappresentanti del governo regionale.
 
«I cittadini – ha commentato il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio – sono da sempre contrari a quest’opera, ideata venti anni fa, in condizioni ambientali ed economiche enormemente diverse da quelle attuali. È di pochi giorni fa la bocciatura da parte della Commissione Europea nei confronti del Piano nazionale energia e clima presentato dall’Italia. Una delle criticità evidenziate riguarda proprio il gas: la centralità data a questo combustibile è in contraddizione con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. Ed è comunque inconcepibile insistere su impianti del genere in una zona a forte criticità sismica. Non è accettabile che la Regione resti a guardare: non è tempo di atteggiamenti pilateschi né tantomeno di far prevalere logiche di appartenenza politica sui reali interessi del territorio. Nel dicembre scorso un appello ai Ministri interessati venne firmato da Regione, Provincia, venti sindaci dei più vari schieramenti oltre che dalle associazioni e dal Comitato: gli interessi dei cittadini devono avere il primo posto e il nuovo governo regionale non può che prenderne atto e avviare le pratiche per il ricorso».
 
«Durante la scorsa campagna elettorale – fa notare invece il presidente di Legambiente Abruzzo Giuseppe Di Marco – il presidente Marsilio era stato accusato dai suoi avversari di essere un proconsole romano inviato dalla capitale per governare l’Abruzzo. Lui aveva invece rivendicato la propria sintonia col territorio. È il momento di dimostrarlo con i fatti: il territorio è compatto nel bocciare una struttura fuori tempo, pensata decenni fa e tra l’altro inizialmente progettata lungo la costa e non certo su una dorsale montana di enorme fragilità sismica: la Regione scenda in campo ufficialmente proseguendo nella linea già avviata dalla passata maggioranza. Non sono in ballo in questa circostanza visioni politiche diverse ma un concetto di base: il rispetto per le scelte della popolazione e dei suoi rappresentanti locali che non può essere calpestato da presunti interessi economici».

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