Chieti, la dura legge dell'ex

09 Dicembre 2013   08:32  

Dopo un periodo di appannamento, sta pian piano tornando il sereno in casa Chieti, riguardo al quale la vittoria sul campo del Martina costituirà sicuramente un valido incentivo.

Una vittoria che fa il paio con quella della settimana scorsa contro il Gavorrano,  e consente ai neroverdi di dimezzare l'obiettivo delle quattro vittorie in quattor partite dichiarato dal presidente Walter Bellia all'indomani della sconfitta di Poggibonsi, e permette soprattutto alla squadra di acquisire ulteriori certezze, specialmente nell'ottica delle ultime due partite "da vincere", contro le corazzate Casertana e Foggia.

La squadra, cosa più importante, sembra aver finalmente fatto propri i concetti inculcati da Pino Di Meo, da sempre fautore di un calcio all'insegna dell'impegno fino all'ultimo minuto e della voglia di fare risultato a qualsiasi costo, senza lasciarsi sopraffare dalle avversità.

Caratteristiche dimostrate a fondo contro il Martina, unico mezzo passo falso nella carriera sinora più che dignitosa di Di Meo, che per uno scherzo del destino prorpio contro i pugliesi ha festeggiato il traguardo delle 100 panchine, e legittimate con un guizzo di un altro ex, quel Fabio Mangiacasale che l'allenatore di Trani ha così fortemente voluto la scorsa estate.

Un gol pesante come un macigno, sia per i tre punti che ha garantito alla comagine neroverde, sia per lo stesso giocatore, che grazie ad esso potrebbe finalmente sbloccarsi dopo un avvio incerto, anche a causa di problemi fisici.

Senza dimenticare, poi, che l'esterno calabrese è arrivato in neroverde dopo il mancato tesseramento con la Casertana, guarda caso prossima avversaria: chissà che la legge dell'ex non si ripeta.

Nota sulla fase offensiva: forse l'emergenza non è ancora passata del tutto, tuttavia contro il Martina non è opportuno parlare di scarsa mira, quanto di bravura del portiere avversario. L'essenziale, del resto, è fare almeno un gol in più dei rivali, e stavolta può decisamente andar bene anche così.

Lorenzo Ciccarelli


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