Chieti, le pagelle del Derby. Le motivazioni hanno fatto la differenza

Cappa regala, attacco moscio: L'Aquila ne approfitta

27 Maggio 2013   13:17  

Un Chieti abulico e affatto arrembante perde l'andata della semifinale play-off al "Fattori" de L'Aquila. Tutt'un altro Chieti è sceso in campo ieri pomeriggio nel capoluogo abruzzese: rispetto a quanto gli uomini di De Patre ci abbiano abituato a vedere, si può dire tranquillamente di non aver visto, in nessuno degli undici schierati dal tecnico teatino, gli "occhi della tigre" che avrebbero permesso ai neroverdi di riacciuffare un match contro una squadra, a detta di molti, non invincibile per questo Chieti.

 

Eppure, come spesso accade, a fare la differenza, oltre che gli episodi, a far pendere l'ago della bilancia da una parte piuttosto che dall'altra ci hanno pensato le motivazioni. L'Aquila è scesa in campo con tanta fame in più rispetto a un Chieti che nei primissimi minuti avrebbe potuto approfittare della troppa tensione che impediva un possesso palla tranquillo ai padroni di casa.

 

Peccato, non è andata così. L'Aquila ha vinto, con il merito di aver saputo sfruttare le giuste occasioni, mentre il Chieti sarà chiamato alla "remuntada" tra sette giorni, nel match di ritorno.

 

Andiamo ad analizzare le singole prestazioni dei teatini.

 

Cappa 4. Buttato nella mischia al posto di un Feola sempre più lontano dal rientro in porta (De Patre ha parlato di "scelta tecnica" ma sembrano esserci problemi comportamentali alla base di quest'esclusione), il giovane portierino del Chieti delude le aspettative dei suoi regalando una rete ai padroni di casa. Se sul primo gol è praticamente incolpevole, sul secondo ha tutta la responsabilità. Il suo infortunio, probabilmente, ha messo a serio rischio le probabilità di vedere il Chieti in finale play-off. Eppure, nel primo tempo, aveva evitato il 2-0 con un grandissimo doppio intervento: tutto inutile, però, a pesare sarà la "saponetta" calciata da Carcione. PAPERISSIMA.

 

Bigoni 6,5. Sicuramente il migliore dei suoi nel reparto arretrato. Il "rosso" del Chieti corre, dribbla, lotta e bagna la maglia di terra e sudore pur di apportare il suo contributo alla causa teatina. Eppure, quando si gioca da soli è difficile riuscire a trascinare la propria squadra, anche se si hanno le ali ai piedi. VECCHIO CUORE

 

Pepe 6. Il Capitano del Chieti gioca una discreta partita, anche grazie all'aiuto degli attaccanti rossoblu che non si fanno praticamente mai vedere dalle sue parti. Sempre attento in chiusura, non sbaglia quasi niente, ma forse nel momento più delicato del match sarebbe servito il suo urlo perchè in compagni ottenessero una reazione diversa. ORDINARIA AMMINISTRAZIONE

 

Gigli 5,5. In ballottaggio fino all'ultimo, ottiene una maglia da titolare ma non la onora come forse aveva fatto in tutta la stagione. Ci mette un po' a prendere confidenza con il match, poi nella ripresa sembra trovare le giuste misure, ma forse vi riesce troppo tardi. DISATTENTO

 

Gandelli 5,5. Nel primo tempo, senz'ombra di dubbio, è il punto debole della squadra di De Patre. Il gol viene da una sua disattenzione, così come le due pericolose conclusioni dei rossoblu giungono entrambe dalla sinistra dove si fa puntualmente saltare e Cappa deve fare gli straordinari per rimediare ai suoi errori. Impacciato e spaurito, sente la pressione della gara e non riesce a far andare con leggerezza la gamba. TALLONE D'ACHILLE

 

Vitone 5. Era uno dei più attesi tra gli ospiti e ha deluso le attese. Troppo pochi due tiri fuori per lui che alla vigilia era stato presentato come un cecchino infallibile. Al momento, la sfida tra i specialisti della punizione, la vince Carcione, ovviamente grazie a Cappa, ma forse anche per demerito dello stesso Vitone che non sembra mai essere sicuro di sè, tant'è vero che lascia calciare una punizione delle sue a Vitone. INSICURO

 

Del Pinto 6,5. Nonostante fosse solo lui l'uomo derby, "Lollo" sfodera la solita prestazione tutta grinta e muscoli. Non era facile per lui, aquilano di nascita e teatino d'adozione, giocarsi una gara così importante proprio nella sua città. Eppure ecco la solita, commovente, dimostrazione che, al di là di tutto, Del Pinto oltre ad essere un signor giocatore è anche un uomo tutto d'un pezzo. BREAVEHEART 

 

Verna 5. Peccato, poteva essere un grande palcoscenico per lui, ma il giovane ex Lanciano si fa risucchiare dalla grande atmosfera del "Fattori" e resta nascosto come il sole di questi giorni. Quella dei play-off è una vetrina importante per lanciare giovani di belle speranze come lui e ora deve sperare che, al ritorno, De Patre non gli preferisca l'esperienza di Rinaldi. ECLISSATO

 

Mungo 5,5 (dal 29’ s.t. Rinaldi s.v.). Doveva essere la lama in grando di spaccare a metà la difesa de L'Aquila e, invece, il talento proveniente dal Parma è meno tagliente di un grissino. La rocciosa difesa rossoblu lo rispedisce piuttosto al mittente senza fronzoli e anche con qualche bel calcione. SPUNTATO

 

Alessandro 5 (dal 15’ s.t. Berardino 5,5). Chi è abituato a vederlo costantemente avrà potuto notare che l'argentino spesso e volentieri rende la metà quando il clima non è dei migliori. Non ce ne voglia Alessandro, per il quale nutriamo una stima infinita, ma sembra proprio che l'attaccante teatino soffra le giornate fredde e ventose, e ieri L'Aquila era ben lontana dalle temperature estive di Buenos Aires. METEOROPATICO 

 

De Sousa 6. I lampi di classe, come al solito ci sono stati, ma il grande assente del "Fattori" è proprio mister 18 gol. Di lui aveva paura L'Aquila, che in campionato aveva subito una doppietta terrificante proprio dal bomber neroverde. Forse anche per merito di Pomante  e Ingrosso, che gli hanno fatto soffrire il proprio fiato sul collo, ad eccezione di qualche tiro da fuori la "Pantera" non ha graffiato come al solito. MICIONE

 

De Patre 5,5. L'unico leone in gabbia è lui. Se i suoi avessero avuto la stessa grinta con cui il tecnico neroverde ieri sbraitava nell'area tecnica della sua panchina, sicuramente  avremmo visto un'altra gara. Ci mette sempre la faccia Tiziano De Patre, anche quando la tribuna gli intona contro un inadeguato "Buffone", lui non si scompone al contrario del match di campionato e continua a condurre i suoi fino alla fine, nonostante tutto. CONDOTTIERO

 

Daniele Polidoro

 

 


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