Chieti: muore dopo intervento di riduzione del peso, dieci medici indagati

Una scelta ormai diffusa, ricorrere alle sale chirurgiche per perdere peso. A volte sembra l'unica strada, e spesso è davvero un passo risolutivo.

Non è stato così per Giandomenico Caramia, l'organettista pugliese di 42 anni, deceduto dopo un intervento per la riduzione dell'obesità eseguito in una struttura del chietino.

Sono dieci i medici sia chietini che tarantini indagati per la morte di Giandomenico Caramia. I carabinieri della compagnia della Valle d’Itria hanno notificato gli avvisi di garanzia disposti dal pubblico ministero della procura di Taranto, Filomena Di Tursi che conduce l’inchiesta con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. 

Il 10 novembre scorso l'uomo era stato sottoposto ad un intervento di gastroplastica verticale con bendaggio gastrico con l'obiettivo di ridurre la propria obesità . L'intervento è stato realizzato dal reparto di Clinica chirurgica del Santissima Annunziata. L'operazione, eseguita dall'equipe di Franco Relmi, era di fatto riuscita  e Caramia è stato dimesso dopo qualche giorno.

L'uomo rientrato poi nella sua abitazione a Martina Franca, dove viveva da solo, l'11 dicembre si era sentito male. Aveva chiamato il 118 dopo aver avvertito un malore, ma il personale sanitario non aveva riscontrato alcun sintomo particolare. Poi un altro malore ed è stato trasportato d'urgenza all'ospedale civile di Francavilla Fontana (Brindisi), dove, dopo una visita di controllo, è stato dimesso perché valutato negativo non preoccupante.

Ma i dolori non si sono fermati, con lui in casa c'era la sorlella mentre Caramia tornava a sentirsi maile. E' morto tra le sue braccia per arresto cardiocircolatorio il 15 dicembre scorso senza che nulla potessero i tentativi di rianimazione degli operatori del 118 giunti sul posto. 

Adesso, i medici finiti sotto inchiesta avranno così diritto di nominarsi un consulente di parte per l’autopsia che sarà eseguita mercoledì dal medico legale Marcello Chironi.