Chiodi: ''La zona franca va limitata solo all'area del cratere''

22 Settembre 2009   13:29  

Ai microfoni di abruzzo24ore.tv il presidente dela Regione Gianni Chiodi conferma che l'intenzione della maggioranza. di proporre una zona franca limitata all'area del cratere sismico, ribadendo cioè il no a velleitari tentativi di estenderne i confini a tutto l'Abruzzo o anche alla Provincia del'Aquila

Intervene ne l merito anche la Confindustria, in piena sintonia con il presidente Chiodi
"La zona franca urbana (zfu) deve e puo' essere destinata solo al cratere sismico. Qualsiasi proposta che tenda ad allargare il possibile beneficio e' fuori di ogni logica di opportunita', politica- strategia, tecnica e morale". Confindustria Abruzzo, che all'indomani del sisma del 6 aprile scorso e' stata la prima a proporre un'area franca per le aree colpite paragonandole alla Berlino del dopoguerra, ribadisce, in una nota, "l'assoluta opportunita' tecnica, strategica e morale di destinare la possibile zona franca urbana al solo cratere sismico e, all'interno di questo, a quei territori i cui benefici possono essere veramente utilizzati". Secondo l'associazione "da un punto di vista etico cercare di equiparare le altre aree abruzzesi al cratere sismico e' veramente non sostenibile e riprovevole. La devastazione che ha subito L'Aquila e le sue imprese, non e' neanche lontanamente paragonabile a quella che indirettamente avrebbero subito altri territori. C'e' da rilevare, al riguardo, che, al contrario, gli sfollati aquilani hanno contribuito in modo decisivo a sostenere l'economia di alcuni settori turistici e commerciali delle aree costiere. Negare a L'Aquila e al suo comprensorio questo vantaggio rispetto alle altre aree significherebbe veramente non avere alcun senso della realta' e cercare di approfittare di un vero dramma che e' prima di tutto umano e sociale oltre che economico. Da un punto di vista strategico - economico, la zona franca - proseue Confindustraia - e' rivolta da una parte a permettere di ripartire ad un sistema territoriale che ha visto la distruzione totale delle sue attivita', dall'altra a ridare attrattivita' ad un territorio in cui, causa lo stato di devastazione in cui versa, i suoi stessi cittadini faticano ad immaginare un futuro. Estendere gli stessi benefici ad altre zone significherebbe incentivare l'esodo di imprese e cittadini verso altre aree e dare un colpo mortale, ulteriore, alle aree gia' cosi' duramente colpite"

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