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Il discorso del sindaco Massimo Cialente in diretta:
Il 6 aprile 2009 una delle 20 città capoluogo d'Italia, una delle città più ricche di storia, città seconda per numero di edifici vincolati dal ministero dei beni culturali, città piena di giovani viene completamente distrutta da un teremoto con 80mila sfollati e di fronte a quersto noi abbiamo dovuto affrontare questo dramma in prima persona.
Questa classe dirigente aquilana si è scontrata con qualcosa di troppo grande per qualsiasi persona.
Indipendentemente da quello che dirà la magistratura che rispetto, qui la mafia non è entrata grazie alla magistratura.
Quella mattina io mi sono interrogato perchè a fronte di quello che succede in italia, in provincia in regione.
Dove in provincia il reato sulle scuole è ancora più odioso di quello che è successo qui in comune.
Perchè allora nel nostro caso i cittadini si sono così indignati.
Io ho capito che da noi non possono accettare nulla e sapete perchè gli aquilani hanno capito che noi siamo stati unici difensori.
L'idea di uno di noi possa avere sbagliato, non parlo di Tancredi che era opposizione e poi si è dimesso, ma il fatto che un dirigente o un assessore abbia sbagliato è una cosa pesantissima come se avesse sbagliato un padre.
Però questo è successo.
Perchè ho dato le dimissioni? Perchè su questa vicenda si è scatenata una campagna non rivolta su di me. Sono pronto a dare qualunque cosa per questa mia città.
C'era la maggioranza pronta a dire ci sacrifichiamo per l'immagine della città
Io ho visto con le mie dimissioni che il malcontento è aumentato, non credo ai complotti ma mi chiedo sempre il perchè.
C'è qualcuno che in questo paese a fronte di una tragedia così grande difficile da gestire anche per il governo, che si lava la coscienza con il nostro sangue dicendo "ma che volete, lì i soldi che date sono un magna magna"
Un'attrice (Sabina Guzzanti .ndr) dice che qui sono tutti disonesti.
Noi abbiamo mangiato solo la polvere e la disperazione.
Noi dobbiamo difendere l'immagine di questa città agli occhi del paese.
L'articolo di sabato del Sole24ore non si può dire che questa città chiede all'Italia 60 miliardi è falso e poi il salto qualitativo con l'assalto al magistrato che ha fatto la grande rischi. solo gusto dello scoop o c'è altro
Adesso si apre una fase nuova, ci siamo riuniti e mi si è chiesto di tornare.
Posso dire che delle migliaia di persone che mi hanno fermato in ospedale mi ha colpito una signora che mi ha fermato e mi ha detto "ma dov'è il suo senso di responsabilità", è stato uno scossone.
Ieri ho provato a spiegarlo a mio figlio.
L'Aquila ha 110 milioni di cantieri che possono partire ogni mese, ma che costano solo 1/3.
Io ho la fortuna di avere la stampa nazionale qui, vi dò un piccolo dato, qual'è il terremoto italiano che costa meno? Quello dell'Aquila e i dati vengono dalla filiera.
Io dico agli italiani che stiamo spendendo bene i vostri soldi.
Noi oggi abbiamo il compito di riappacificarci con l'Italia e con l'Europa e la città ha capito.
C'è qualche pecora nera è ovvio, ma non siamo una città di pecore nere. Qui ci sono persone che hanno fatto atti di eroismo, solo vivere in questa città è un atto di eroismo.
Questi giornalisti non sono mai venuti in città o sono venuti per poco tempo.
Io ho pensato come far capire agli italiani che siamo persone per bene ed ho pensato a Nicola Trifuoggi che è un uomo dello Stato che ha lavorato per tanti anni a L'Aquila e Pescara.
Lui ha lavorato con le Leggi ed è su quello che si basa la democrazia.
Io gli ho detto che ho bisogno di avere una persona che qui possa mettere in campo la sua esperienza di legalità ricostruendo tutte le vicende ad iniziare dai puntellamenti che non volevamo, ma abbiamo dovuto farlo per ordine della Protezione Civile.
Nicola Trifuoggi dovrà dire all'Italia se questa è una città di persone perbene, perchè noi abbiamo bisogno della solidarietà degli italiani come l'ossigeno.
Noi dobbiamo ricreare il rapporto di fiducia con l'Italia e per questo penso ai 17mila volontari che ci hanno aiutato.
Mi devono spiegare, però, cos'è un cambio di passo perchè io già sto dando il massimo.
Ringrazio la maggioranza e la Giunta e Chiedo a Trifuoggi che si occuperà di trasparenza che era delega di Betty Leone, prenderà la Centrale di Committenza dividendo il rapporto tra chi gestisce gli appalti e i rapporti con le imprese e prenderà la delega alla Polizia Municipale e l'Urbanistica.
Io chiedo le regole dal Governo e Nicola Trifuoggi ci aiuterà a capire quali sono quelle che dobbiamo chiedere.
In settimana incontrerò il ministro dell'economia Saccomanni per il miliardo che ci era stato riconosciuto. Questi soldi sono assolutamente necessari per rispettare il cronoprogramma della ricostruzione.
Noi affrontiamo la battaglia e ne arriveranno ancora tante di malignità nei miei confronti.
Per noi questo è un nuovo inizio, una nuova fase, faremo una nuova battaglia e state sicuri che la vinceremo, perchè siamo onesti e pure tosti!
Parla Nicola Trifuoggi:
Ho appreso della proposta di Cialente più o meno tre giorni fa e ci ho pensato molto poco, l'ho accettata con soddisfazione perchè io voglio bene a questa città dove ho lavorato come Procuratore della Repubblica.
Ho casa qui, mia moglie è aquilana, la mattina presto del 6 aprile noi siamo arrivati qui da Pescara dove abitiamo. Io non solo conosco lavorativamente questa città, ma sostanzialmente ci vivo.
Ho messo insieme due pensieri, il primo è quello della stima per l'onestà di Massimo Cialente e della sua compagine amministrativa, il secondo è stata l'indignazione di una realtà descritta dai giornali distorta e non veritiera.
L'Aquila è una città di persone serie e perbene che statisticamente ha alcune persone che vanno dal grigio al nero e deve avere la forza di liberarsi di queste pecore dal colore oscuro quantomeno isolandole o evitando che possano prendere posti di responsabilità.
Questi due pensieri mi hanno portato ad accettare, l'ho fatto immediatamente in un'ottica di servizio pubblico.
Gli obiettivi sono quelli di dare una mano all'amministrazione e alla città per ridare a questi cittadini l'onorabilità che gli spetta di diritto.
Io metto a disposizione dell'Aquila queste mie capacità senza risparmiarmi, ma ho posto una condizione irrinunciabile che io lavorassi totalmente gratis, io non voglio nulla!
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