L’unica certezza che emerge dalla conferenza stampa di Cialente è che fino ad oggi al Comune dell’Aquila è mancata la legalità.
Per espressa dichiarazione del “dimissionario seriale” - come è stato definito da qualcuno - l’avvento del dr. Trifuoggi in giunta testimonia e conferma che fino ad oggi al Comune dell’Aquila è stato un vero e proprio far west.
Cialente ritira le dimissioni, ma nessuna delle motivazioni che le hanno prodotte è stata contraddetta o rimossa.
Nell’ordine: la sconfessione del governo, l’abbandono da parte del vertice romano del suo partito, la richiesta di sostituzione di Trigilia. Per non parlare dell’attacco durissimo di tutta la stampa nazionale e di quella che si riconosce nel centro sinistra in particolare.
Trigilia resta al suo posto, il governo non ha emesso suono in difesa di Cialente, il Pd nazionale tace, il miliardo dalla Svizzera è come il famoso milione del signor Buonavetura e, la stampa nazionale, anche oggi “bastone” Cialente e la Città. Ma lui torna a grande richiesta. La domanda è: a grande richiesta di chi? Della pasionaria Pezzopane, ormai assunta a ruolo di Kapò; degli amici che siedono in giunta e in Consiglio comunale e dal cui sedere la sedia non riesce a staccarsi; di qualche fantomatico gruppo di potere?
A proposito, la teoria del complotto è talmente ridicola e patetica da sembrare quasi la giustificazione di una seduta di autocoscienza di Cialente. Ma ciò che è davvero inquietante è il disprezzo delle istituzioni che, questo ormai non-Sindaco, ha dimostrato ancora una volta: si dimette contro il mondo e torna contro tutto il mondo come se niente fosse. Nessuna autocritica, nessun tentativo di colpo d’ala, ma attraverso una banale conferenza stampa confusa e senza motivazioni forti, che fughino i dubbi sulla sua incapacità e sui danni che ha procurato.
E se oggi la nostra Città è considerata un fastidioso problema del quale davvero a pochi interessa la soluzione, è solo e soltanto responsabilità di Cialente e del suo partito il Pd. Non a caso ha sempre ribadito che la ricostruzione era ed è un fatto suo e del suo partito e, ne abbiamo ancora una volta conferma.
Siamo ormai alla ottava pantomima di dimissioni e ritiro delle stesse dell’era Cialente. La logorroica e autoreferenziale conferenza stampa di oggi non ha certo data la sensazione di aria nuova anzi, amareggia e intristisce ulteriormente gli Aquilani.
Come ha detto qualche attento osservatore: tutto deve cambiare perché nulla cambi.
Giorgio De Matteis
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