Il procuratore capo della Repubblica de L'Aquila, Alfredo Rossini, conferma che fino ad ora nessuno e' stato indagato nell'ambito delle indagini sui crolli provocati dal terremoto. "Finora non ci sono indagati, in questa fase vogliamo vedere oggettivamente come sono andate le cose, poi con le perizie e con altri elementi acquisiti cercheremo di risalire alle responsabilita' individuali", ha detto il magistrato.
IL TELEGRAMMA DI CIALENTE
Il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, e' giunto in mattinata alla Procura del capoluogo abruzzese. "Avevamo gia' stabilito un incontro", ha detto ai cronisti prima di entrare negli uffici. E' stato il telegramma inviato 5 giorni prima del sisma del 6 aprile dal sindaco alla Presidenza del Consiglio l'argomento principale dell'incontro con i magistrati. Il telegramma era stato spedito per chiedere lo stato di emergenza ed accedere cosi' ai fondi per riparare alcuni edifici lesionati da scosse precedenti: "era un passaggio obbligato anche da un punto di vista amministrativo", ha detto Cialente alla fine dell'incontro in Procura. Il sindaco ha spiegato che il senso della missiva era: "Datemi la possibilita' di cominciare ad intervenire, alla luce di questo sisma non me la sento piu' di non intervenire". L'allarme e' stato sottovalutato?, gli hanno chiesto i cronisti: "L'allarme c'era. Il terremoto - ha risposto - era monitorato, ma prevedere la scossa e' scientificamente impossibile, quindi sotto questo punto di vista non c'e' stata sottovalutazione"
MARZETTI E LE STAFFE DEL SAN SALVATORE
Responsabilità? Ma no, per carità. La Procura fa il suo mestiere e lo fa bene, il dottor Rossini è persona esperta ed equilibrata. La responsabilità è giusto che ognuno se la assuma ma la scossa sismica è stata particolarmente violenta e questa è l'ultima delle mie angosce". Lo ha detto il manager dell'Asl dell'Aquila, Roberto Marzetti, parlando con i giornalisti prima del suo colloquio con il procuratore Alfredo Rossini. "L'ospedale è stato costruito in base ad una concezione che risale a quaranta anni fa", ha proseguito Marzetti. "Io ho contattato alcune ditte che hanno fatto ristrutturazioni ospedaliere post-terremoto e mi hanno spiegato che oggi le tecniche costruttive sono completamente diverse. La cosa importante, però, è che la struttura abbia retto, sia per quanto riguarda l'incolumità fisica delle persone, sia perché ci consente di ripartire. Per esempio, il bunker dove ci sono tutte le apparecchiature della diagnostica, peraltro molto sofisticate e costose, non ha particolari problemi. Quindi siamo intenzionati a riaprirlo nel giro di pochi giorni, naturalmente dopo aver sentito il procuratore", che ha posto la struttura sotto sequestro e "dopo aver definito con le assicurazioni la questione del risarcimento dei danni". "Diverse parti della struttura sono sotto sequestro - ha proseguito il manager - e quindi voglio sapere dal procuratore fino a che punto ci possiamo spingere nell'uso dell'ospedale e delle ristrutturazioni e quelle che invece non possiamo toccare perché oggetto di indagini". Tornando poi sulla questione dell'agibilità, Marzetti ha spiegato che "se si intende quella nera su bianco dovrei dire che non c'é: ci sono agibilità parziali rilasciate a suo tempo, esiste una procedura ormai conclusa per l'accatastamento e, se non ci fosse stato il terremoto, avremmo avuto anche l'agibilità complessiva nel giro di qualche mese""Scoprire dopo trent'anni che mancavano le staffe amareggia molto". Roberto Marzetti, manager della Asl dell'Aquila al termine dell'incontro con i magistrati che indagano sui crolli provocati dal sisma, ricostruisce con i giornalisti la vicenda dell'ospedale 'San Salvatore', gravemente lesionato dal sisma del 6 aprile scorso, per molta parte inagibile. "Nel maggio del 1980 - spiega Marzetti - e' stato rilasciato il certificato di collaudo e quindi i tecnici avevano ben chiara quale fosse la situazione, sia per quanto riguarda il terreno, sia per la sismicita' della zona, sia per il modo in cui era stato costruito l'ospedale. Hanno fatto un'analisi puntuale" e alla fine hanno rilasciato il certificato di collaudo. Il manager pubblico aggiunge poi di aver visto che alcune colonne di sostegno dell'edificio "non hanno le staffe trasversali di collegamento tra i ferri. I tecnici mi hanno spiegato che e' una cosa importante. Certo che il danno subito e' sproporzionato in rapporto al costo di quei quattro pezzi di ferro" che dovevano garantire la sicurezza "questo - sottolinea - rende tutto ancora piu' grave. La direzione dei lavori avrebbe dovuto attentamente vigilare e anche il collaudo sarebbe dovuto essere costante". Ma la possibile malcostruzione dei pilastri potrebbe essere solo una delle cause del crollo parziale della struttura: "e' anche vero - aggiunge infatti Marzetti - che la parte piu' danneggiata sta tutta lungo una precisa direttrice e questo potrebbe significare che il terreno ha amplificato la spinta "del terremoto"
"Se ci saranno delle responsabilita' individuali la Asl si costituira' parte civile. Ma l'incontro di oggi tra il responsabile dell'azienda sanitaria e i magistrati e' servito anche per iniziare a ragionare sulla riapertura dell'ospedale: "ho chiesto di cominciare i lavori di ristrutturazione e di messa in funzione di tutti i reparti. Alcune parti sono utilizzabili a breve e noi vorremmo riaprire. Con la diagnostica per immagini e con altri reparti potremmo farlo gia' da lunedi' prossimo", dice a questo proposito Marzetti. I lavori piu' impegnativi riguardano il rifacimento delle tramezzature esterne ed interne: "servira' quindi qualche mese. L'ospedale e' stato progettato nel '68 - continua - ed e' stato costruito sulla base delle conoscenze tecniche di allora. Ma la tecnologia evolve e bisognerebbe tenerne conto". Per la ricostruzione si terra' conto delle nuove tecnologie: "vogliamo dare garanzie alla collettivita'. Ricostruiremo con le tecnologie che ci mettano a riparo da altri terremoti e faremo anche una perizia piu' attenta su quelle parti che si sono salvate". Le parti danneggiate resteranno ancora sotto sequestro per il tempo necessario all'inchiesta. Difetto di costruzione? "Forse bastava molto, molto poco, per far si' che cio' non accadesse", conclude il funzionario
I COSTRUTTORI LATITANO...
"Sì, qualcuno si è presentato spontaneamente: sono persone che hanno presentato denunce e magari vengono sentiti per chiarimenti. Ma costruttori, che io sappia, no", ha detto il procuratore Rossini rispondendo alle domande dei giornalisti. Il Pm ha quindi confermato che finora "non ci sono indagati. Per prima cosa - ha spiegato - in questa fase vogliamo vedere oggettivamente come sono andate le cose, poi, con le perizie e con gli altri elementi acquisiti, cercheremo di risalire alle responsabilità individuali". Il procuratore della Repubblica ha quindi sottolineato che intende procedere velocemente nell'inchiesta nonostante le difficoltà logistiche e di altro tipo in cui sono costretti a muoversi. Riguardo all'ipotesi del dolo, infine, ha spiegato che "é una questione di carattere tecnico: ci sono reati che sono colposi mentre in altri si può parlare di dolo, o di dolo eventuale. Vedremo.
..E HANNO FIDUCIA
I costruttori italiani hanno "piena fiducia" nel lavoro della magistratura dell'Aquila ma invitano a non saltare alle conclusioni e ad aspettare lo svolgimento delle indagini sui crolli dovuti al terremoto. Lo ha dichiarato il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, intervistato a 'Panorama del giorno' su Canale 5. "Sono un po' preoccupato - ha affermato Buzzetti - da questo clima in cui si vuole arrivare alle conclusioni prima di aver capito bene cosa accaduto". Tuttavia, ha proseguito, da parte dei costruttori c'é "piena fiducia nel lavoro della procura" e "le dichiarazioni del procuratore sono state molto equilibrate". Buzzetti ha quindi dato ragione al presidente del Consiglio Berlusconi, "quando dice che bisogna aspettare la conclusione delle indagini". A questo proposito, il presidente dell'Ance ha parlato di "cosa incredibile" riguardo all'ipotesi che alcuni edifici siano stati costruiti con sabbia di mare, anche perché, ha osservato, "non ci sarebbero stati tornaconti economici ad utilizzarla". Certo, ha aggiunto, "tutto è possibile, ma attendiamo i risultati". In ogni caso, secondo Buzzetti, "il vero dato che emerge è l'assenza di manutenzione dei fabbricati", mentre è necessario "che entri una cultura della manutenzione", anche con l'obbligo del fascicolo del fabbricato.
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