Con il federalismo l'Abruzzo perderebbe 457 milioni di euro

Cgia Mestre: bozza Calderoli insostenibile

23 Agosto 2008   12:02  

"La bozza di federalismo fiscale rischia di far collassare i comuni del Sud": lo afferma il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, spiegando che la maggiore autonomia finanziaria annunciata dal ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, sarà difficilmente sostenibile dalle amministrazioni locali, in particolare da quelle del Mezzogiorno. Per i comuni abruzzesi la media del saldo negativo è di 457 mila euro. La preoccupazione del segretario della Cgia nasce da una indagine dell'Ufficio Studi dell'associazione artigiani mestrina che fornisce una mappa delle difficoltà dei comuni italiani calcolata sul rapporto tra entrate proprie e spese correnti. Rispetto ad un saldo negativo medio nazionale per Comune pari a 1,132 milioni di euro - sottolinea la Cgia - l'indagine rivela dati sconfortanti dei Comuni della Campania, dove la media del saldo negativo per ciascuna amministrazione è di 2,723 milioni di euro, e della Puglia, dove la differenza tra entrate proprie e spesa corrente è di 2,518 milioni di euro. Notevoli problemi anche in Basilicata: in media, secondo l'indagine, ogni comune ha un saldo negativo tra entrate tributarie e spese correnti di 1,301 milioni di euro: mentre in Calabria si arriva a quota 1,188 milioni. Cifre ben lontane da quelle dei Comuni del Nord, dove si va dai 364 mila euro di saldo negativo per ciascun comune piemontese ai 127 mila della Lombardia, dai 712 mila di quelli della Liguria ai 288 mila del Veneto, ai 642 mila dell'Emilia Romagna. E anche i comuni del centro - ad esclusione di quelli dell'Umbria che sfiorano 1,8 milioni di saldo negativo - si distanziano da quelli del Sud. Per i comuni laziali la media del saldo negativo è di 573 mila euro, per quelli delle Marche si arriva a 636 mila euro, per quelli molisani 626 mila euro, per quelli abruzzesi 457 mila euro, per quelli toscani 792 mila euro. Le cifre elevate relative ai Comuni delle Regioni a Statuto speciale - sottolinea la Cgia - sono dovute alle differenti norme che regolano entrate e spese. Tra i comuni capoluogo di provincia, gli unici a far rilevare saldi positivi sono Belluno, dove il saldo arriva a quota 1,18 milioni di euro; Forlì con 1,233 milioni di bilancio positivo, e Biella con 630 mila euro di saldo positivo. Belluno, Forlì e Biella sono gli unici con le entrate proprie superiori alla spesa corrente, ovvero quelli dove il tasso di copertura della spesa corrente con entrate proprie supera il 100%. Ultimi in questa graduatoria sono ancora una volta i comuni del Sud, dove i tassi di copertura scendono sotto quota 50%. "L'indagine lascia spazio a pochi dubbi - dice Bortolussi - ancora una volta si definiscono fin troppo nettamente i confini tra Nord e Sud del Paese. Una situazione di vera emergenza quella riguardante le amministrazioni locali del Mezzogiorno che, allo stato attuale, sono ben lontane da una situazione di piena autonomia finanziaria. Sarà dunque necessario - conclude - trovare degli strumenti di entrata alternativi per impedire che i comuni dell'Italia meridionale collassino".

 


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