Confcommercio: centinaia di piccole imprese rischiano chiusura

La crisi post terremoto nell'aquilano

26 Gennaio 2010   12:45  

"Ormai da mesi assistiamo attoniti e sbalorditi ad un immobilismo non più giustificabile, rispetto all’esigenza prioritaria di far ripartire le attività economiche nella nostra città". È la denuncia della Confcommercio dell'Aquila.

"Non c’è ancora un livello di consapevolezza di fronte a questa priorità - dichiara il direttore Celso Cioni - che interessa e riguarda centinaia e centinaia di piccole imprese dei settori commerciali, artigianali e professionali, a partire da quelle ubicate nel centro storico cittadino.

Se non si interviene sollecitamente ad affrontare questa emergenza, probabilmente, le mense per i poveri dovranno essere potenziate per rispondere alle necessità di chi non è più messo in condizione di produrre reddito.

Le proposte, le iniziative che finora abbiamo messo in campo rivolgendoci ai vari livelli istituzionali, cominciando dall’Amministrazione comunale, finora, cadono come la neve, in silenzio, nel vuoto.

Ci sono tantissime imprese che non sono in grado di gestire il presente e di programmare il proprio futuro in assenza di una strategia, di un master plan che dallo scorso luglio anche il nostro presidente nazionale Carlo Sangalli ha chiesto pubblicamente con pagine intere a pagamento sulla stampa locale. Anche quell’appello è caduto nel vuoto.

Ci sono decine e decine di imprese - afferma Cioni - non in condizione di onorare gli impegni assunti prima del sisma e che rischiano protesti e fallimenti e nessuno prende iniziative conseguenti.

Si parlava e non se ne parla neanche più, di Zona Franca che proponemmo a partire dall’8 di Aprile.

Tutto questo ci obbliga a chiederci perché e a spingerci nostro malgrado, a denunciare con forza uno stato di cose incomprensibile.

Insomma finora molte dichiarazioni, molti intenti e buone intenzioni che rischiano di trasformarsi in pii desideri, se non si avrà il coraggio di affrontare la realtà.
Allora bisogna far suonare le sveglie per destare coscienze un po’ assonnate e sognanti ed impedire che i troppi sogni si trasformino in incubi.

Si può ancora evitare questa deriva - conclude il direttore di Confcommercio - ma non c’è più un’ora da perdere, prima che sia troppo tardi".


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