Consiglio comunale Teramo: il resoconto del Pd sull'ultima seduta

30 Marzo 2012   14:14  

Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale si è sventato un vero e proprio attentato da parte della maggioranza alle regole democratiche che disciplinano il funzionamento dell’Assise civica e ai diritti dell’opposizione consiliare.

L’eventuale votazione dell’emendamento interamente sostitutivo della delibera e del regolamento sui dehors presentato dall’Amministrazione direttamente in Consiglio per correggere significativi errori tecnici e per superare dissidi interni e dubbi giuridici, avrebbe potuto costituire un precedente devastante per la democrazia della nostra città.

Se si fosse ammesso questo principio, qualsiasi maggioranza temporaneamente al governo avrebbe infatti potuto sostituire all’ultimo minuto, nel giorno del Consiglio, le delibere in discussione nella loro interezza vanificando l’esame precedentemente svolto nelle Commissioni e contestualmente la funzione di verifica e controllo da parte dell’opposizione.

A nulla vale l’obiezione secondo cui si sarebbe trattato di modifiche di sola forma e non di sostanza , sia perché in ogni caso questo assunto andava verificato attraverso una lettura dei due testi in un tempo congruo ma soprattutto perché il confine tra forma e sostanza non è sempre così netto. Talvolta, è infatti sufficiente lo spostamento di una virgola in un testo per stravolgerne il significato.

La scelta di far venir meno il numero legale per andare in seconda convocazione, con riunione urgente di una Commissione, non è assolutamente una concessione graziosa da parte dell’Amministrazione ma una forzatura del procedimento che serve a mettere la cd. "pezza" a suoi errori madornali, che sa di resa e che manifesta tutta la debolezza di una maggioranza soprattutto nei momenti in cui si trova a dover affrontare questioni delicate ed importanti per la nostra Città.

Una pessima figura che fa il paio con il ritiro della delibera sull’housing sociale viziata dalla carenza di un allegato fondamentale per la sua approvazione.

Una vicenda che denota un’inaccettabile ed allarmante superficialità dell’Amministrazione nel trattare temi di un rilevante peso economico e sociale ed apre un fronte di responsabilità che coinvolge non solo la parte tecnica ma anche e soprattutto la parte politica che deve controllare, verificare ed eventualmente sanzionare gli errori più pacchiani che finiscono poi per riverberarsi sulle casse comunali e soprattutto sulla pelle e sui destini dei nostri cittadini.

Ci auguriamo vivamente che ciò che si è verificato ieri sia l’ultimo esempio di tentativo di violazione dei diritti dell’opposizione consiliare perpetrato da questa Amministrazione.

Per questo rivolgiamo l’ultimo appello al Presidente del Consiglio comunale richiamandolo al suo dovere, ai sensi dell’articolo 39, c. del TUEL, di assicurare “una adeguata e preventiva informazione ai gruppi consiliari ed ai singoli consiglieri sulle questioni sottoposte al consiglio”.

Una violazione di questi principi, come la giurisprudenza ha affermato, è motivo di revoca dello stesso Presidente il quale, nello svolgimento delle sue funzioni, deve spogliarsi del ruolo politico ed assumere le vesti di un organo terzo ed imparziale.

In questo senso invitiamo caldamente l’Amministrazione a rivedere il regolamento del Consiglio comunale che è ormai inadeguato al nuovo sistema istituzionale e che non garantisce a pieno il democratico svolgimento delle sedute consiliari.

Ma, stando ai fatti, della sensibilità democratica di questo centrodestra è lecito dubitare.


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