Coronavirus, Cgil: Emergenza lavoro! Lavoratori e Lavoratrici a rischio povertà.

03 Aprile 2020   11:57  

L’emergenza che viviamo sta facendo esplodere le contraddizioni del sistema economico anche del nostro territorio, dove tanti sono i lavoratori e le lavoratrici che, nonostante gli interventi del Governo, rischiano di essere esclusi dagli ammortizzatori sociali o dagli istituti di sostegno al reddito. Lavoratori e lavoratrici che andranno forse a percepire qualche centinaio di euro e saranno collocati in una condizione di povertà assoluta.

Vivere di cassa integrazione è difficile; arrivare a fine mese con la preoccupazione di non riuscire a sostenere le spese del quotidiano è il dramma di tanti cittadini e cittadine della nostra comunità, ma se questa è già una difficile condizione è ben peggiore quella che interessa una parte cospicua di popolazione della nostra provincia.
Infatti, sono tanti i lavoratori e le lavoratrici con “contratto” di tirocinio, borse lavoro, o tipologie similari, ai quali nulla sarà corrisposto in questa drammatica fase di emergenza. Così come, tanti sono i lavoratori e le lavoratrici che percepiranno poche centinaia di euro dall’applicazione degli ammortizzatori sociali. Si tratta dei lavoratori e le lavoratrici part-time, che spesso sono tali solo per contratto ma non per l’effettivo svolgimento del lavoro. Purtroppo, essendo contrattualizzati a part time, sarà davvero minima la somma che andranno a percepire. La stessa difficile situazione interesserà anche i lavoratori contrattualizzati con contratti pirata, che prevedono minimi salariali più bassi rispetto ai contratti leader di anche oltre il 30%. Anche per loro, dall’applicazione delle regole sugli ammortizzatori sociali, sfocerà una erogazione di poche centinaia di euro, totalmente inadeguata al sostentamento di sé e delle loro famiglie.

Sono lavoratori e lavoratrici che operano nei diversi settori della nostra provincia, pensiamo all’edilizia ed alle attività della filiera, ma anche al turismo e commercio, al sistema industriale o dei servizi e in taluni casi anche delle attività professionali.
Se ai lavoratori e alle lavoratrici, in qualche modo e misura, censiti, aggiungiamo coloro che svolgono, loro malgrado, lavoro nero lo scenario dell’esplosione di forti contrasti sociali non è fantascienza. Il lavoro nero, in quanto tale, non prevede alcuna forma di sostegno da parte dello Stato e la povertà assoluta che questo andrà a determinare rischia di essere elemento dirompente di una nuova emergenza sociale.
Tutto ciò è conseguenza di un continuo impoverimento del lavoro; è conseguenza di una costante svalorizzazione del valore sociale del lavoro e del salario visto come unico elemento variabile verso il basso del sistema economico.

Abbiamo la necessità di tutelare tutti e tutte, di rendere dignitosa l’esistenza delle persone in una fase difficile come questa. Bisogna sostenere le famiglie e costruire un sistema di tutele salariali adeguate alla fase attuale. La corsa a sostenere le imprese è corretta, ma deve avere dei paletti e dei criteri che partano dalla condizione dei lavoratori e delle lavoratrici. Le imprese dovranno garantire la corretta applicazione del contratto di lavoro e dovranno rimuovere la condizione dei part-time involontari che tali non sono. E’ necessario riconsegnare la dovuta dignità alla tipologia di rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. E’ necessario contrastare l’esistenza del lavoro sommerso, del lavoro sfruttato, delle tante forme di simulazione dei rapporti di lavoro.

Solo così si può andare insieme verso una giusta direzione, quella del riconoscimento e della dignità del lavoro che passa anche per un’equa retribuzione. Questo è il momento delle regole che vanno applicate e rispettate.

 

 


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