Corriere.it "La suora dei terremotati:i ragazzi si buttano via"

Il dramma sociale post terremoto

23 Giugno 2010   09:58  

di Alessandra Arachi

Madre Maria Nazarena Di Paolo non l' ha mandata a dire. Ha preso carta e penna e ha scritto direttamente a Giulio Tremonti, il ministro dell' Economia: «Mica possono fare così, trattarci peggio di tutti i terremotati. All' Aquila ci sono stati molti più morti e più danni di quanti non ci furono in Umbria, ad esempio. Ma qui le tasse ce le fanno ripagare subito, lì è successo dopo dieci anni». La superiora generale delle Missionarie della Dottrina cristiana è una donna energica. Dalla sua sede dell' Aquila, Madre Maria Nazarena il terremoto lo ha vissuto fin dal primo minuto. Sempre con gli occhi dei bambini. Dei bambini delle sue scuole, materne ed elementari. Ma adesso è con gli occhi della disperazione che osserva l' Aquila ferita: «Nessuno sta pensando a ricostruirla», dice e unisce il suo grido di dolore a quello di Massimo Cialente, il primo cittadino di questa città dell' Abruzzo, colpita al cuore dal terremoto alle 3.32 del 6 aprile 2009. In quei giorni morirono oltre trecento persone. Sedici erano bambini. Giovedì mattina il sindaco Cialente porterà tutto il consiglio comunale a Roma, davanti a Palazzo Madama, per un consiglio straordinario di protesta in piazza. Al Senato è in discussione la manovra finanziaria ed è di soldi che ha bisogno l' Aquila ferita, in questo momento. Per via delle tasse, che hanno chiesto di abbassare almeno per un po' . Ma soprattutto per la ricostruzione della città. «Non ci sono soldi per l' Aquila». Madre Maria Nazarena, premiata venerdì scorso dalla Fondazione Marisa Bellisario, ha un occhio al portafoglio e tutte e due le mani sul cuore. Dice: «C' è bisogno di ridare un volto a questa città. Ne hanno bisogni i ragazzi. Gli adolescenti. Adesso è una pena passeggiare per il centro. E' tutto cantierato, le macerie sono ancora lì. Ma davanti a quei cantieri hanno messo le baracche ed è lì che i ragazzi si buttano via, bevendo e fumando. Annegando la tristezza. E' un vero strazio la sera vederli persi lungo il viale della Croce Rossa. Non erano così i nostri ragazzi, prima del terremoto». Madre Maria Nazarena ha vissuto con i bambini questi lunghi mesi dopo la grande scossa. «Con loro è tutto più facile. E' facile proteggerli mettendoli in mezzo ad un clima gioioso. Ma con i più grandi no. Gli adolescenti si sbattono via. I giovani se ne vanno via, invece». Non è rimasta a guardare la superiora generale delle Missionarie della Dottrina cristiana. Anzi. Si è rimboccata le maniche e ha messo in piedi quattro progetti per far rinascere l' Aquila. Soldi di privati. Un palazzo ce lo ha messo un dentista che chiede l' anonimato per il suo gesto: «Diventerà la biblioteca per i più piccoli», esulta Madre Nazarena. Che per i bambini dell' Aquila è riuscita a tirare in ballo pure Mago Zurlì. Già, Mago Zurlì. Al secolo Cino Tortorella. Spiega Madre Nazarena: «E' lui che è riuscito a trovare un terreno per costruire un parco giochi ai confini della città. E ha portato all' Aquila anche Claudio Mazzoli, l' architetto che ha progettato Gardaland, per costruire anche qui un pezzetto di paradiso per i bimbi». Non si perde d' animo questa suora energica e maestosa, che in questo anno non si è fermata mai. Ai suoi bambini non ha fatto mancare nulla in quest' anno cupo del dopo terremoto. Ma per i più grandi si dispera. Non sa come muoversi. Spiega: «Abbiamo pensato di far intervenire qualche sacerdote. Qualche assistente sociale che possa tirare su i nostri adolescenti». Ma la certezza di Madre Nazarena è un' altra: «Ciò che potrebbe fare meglio ai ragazzi dell' Aquila è vedere la loro città rinascere. Rinascere sul serio». Per questo dopo la lettera al ministro Tremonti, quello di Madre Maria Nazarena è un appello, accorato: «Cominciamo da un simbolo: il corso dell' Aquila. Ricostruite almeno quello. L' Aquila ha bisogno di ricominciare a vivere. Di ritrovare la sua meravigliosa vitalità».

 


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