Costa Concordia: Schettino dal carcere "affranto e addolorato per le vittime"

Domani udienza di convalida dell'arresto

16 Gennaio 2012   17:36  

Sulla responsabilita' del comandante Francesco Schettino il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio ha detto che ''l'idea che ci siamo fatti nell'immediatezza del fatto sta trovando conferme dalle prime indagini delle forze dell'ordine e delle autorita' marittime''.

''Dalle prime indagini troviamo conferme che il comandante, al momento dell'impatto con lo scoglio, era in plancia e che quindi era lui alla guida della nave''. E' stato appurato anche che ''ha lasciato la nave mentre ancora c'erano tante persone da soccorrere''. Cosi' il procuratore capo Francesco Verusio illustra stamani lo stato dell'inchiesta sul naufragio della Costa Concordia.

Domani il gip del tribunale di Grosseto interrogherà il comandante della nave Costa Concordia Francesco Schettino durante l'udienza di convalida del fermo disposto a suo carico con le accuse di omicidio plurimo colposo, naufragio e abbandono di nave. Il comandante della nave si trova adesso nel carcere di Grosseto. L'udienza di convalida è prevista alle 11 presso la sezione del giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Grosseto.

Intanto Schettino viene sottoposto  ad una "grande sorveglianza" che implica un frequente passaggio delle guardie carcerarie a verificare lo stato del comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, detenuto a Grosseto: si corregge così, il provveditore toscano all'Amministrazione carceraria Maria Pia Giuffrida, che in precedenza, parlando con l'ANSA, aveva riferito di una vigilanza "a vista" che implicherebbe invece la presenza di una guardia che costantemente controlla il detenuto.

Schettino è rinchiuso in una cella con altri detenuti. La provveditrice toscana all'Amministrazione carceraria ha poi aggiunto che Schettino "non ha manifestato propositi suicidi ma sta ovviamente attraversando un periodo delicatissimo per il quale è necessaria una particolare attenzione". 

Il comandante arrestato è "affranto, costernato, addolorato per le perdite umane e fortemente turbato per l'accaduto": così il suo difensore Bruno Leporatti racconta di averlo trovato nell'incontro in carcere. 



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