Costruzioni: CNA in Abruzzo crolla mercato piccoli appalti

30 Ottobre 2009   13:49  

Crollano i bandi di gara relativi agli appalti pubblici per i piccoli interventi, appannaggio tradizionale delle micro imprese. Schizzano invece alle stelle quelli a "sei zeri", in cui a farla da padrone sono i grandi gruppi.

E' quanto rilevano i dati che Cna Costruzioni Abruzzo ed Apiedil hanno elaborato sulla base della ricerca effettuata dal Cresme, il Centro ricerche economiche, sociologiche e di mercato sull'edilizia e il territorio, per quel che riguarda il periodo gennaio-settembre 2009.

Esaminando le cifre diffusa dall'importante istituto, balza agli occhi la caduta libera subita dal numero delle gare d'appalto (e dagli importi) fino a 500mila euro di ammontare, ovvero l'area di interesse delle piccole e piccolissime imprese: con il 63,9% di gare in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e il 59,4% degli importi appaltati sempre in meno.

In termini assoluti, quest'anno le gare sono state 237, contro le 542 dell'anno passato, mentre sul fronte degli importi si e' passati da circa 113 milioni di euro del 2008 agli attuali 42 milioni.

Se il fronte della micro-impresa, dunque, mostra i segni evidenti di una gravissima crisi, non altrettanto puo' dirsi per quel che concerne il versante della grande impresa: perche' la fascia di gare dagli importi piu' alti (tra i 5 e i 15 milioni di euro) ha subito una vistosa impennata verso l'alto, passando da 7 gare del 2008 a 53 del 2009, con importi saliti da 56 milioni del 2008 a ben 484 del 2009.

"Quando si parla delle grandi cifre che sull'Abruzzo sono piovute per l'emergenza terremoto, ed in particolare per la gestione del progetto C.a.s.e. - conferma il responsabile regionale di Cna Costruzioni, Federico Scardecchia - occorre anche precisare, come mostrano in modo inequivocabile le cifre, che questo dato ha favorito solo le grandi imprese.

Anzi, solo una parte di esse, visto che molte aziende di costruzione abruzzesi, anche di grandi dimensioni, sono state tagliate fuori dai processi di ricostruzione.

Ma a pagare di piu' sono state quelle piccole imprese, ben strutturate, che hanno visto chiudere ogni porta alla loro presenza sul mercato: un danno, anche per quel che riguarda il controllo sociale diffuso dei processi di ricostruzione, ma anche un colpo alla tanto invocata trasparenza".


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