Crisi Cir di Tocco, il dramma di un operaio: "Senza stipendio e con figlio autistico"

Stabilimento dato per prossimo alla chiusura

28 Luglio 2014   09:29  

Tra i tanti storici stabilimenti industriali abruzzesi colpiti in maniera evidente dalla crisi, non fa certo eccezione alla regola la Compagnia italiana rimorchi (Cir) di Tocco da Casauria.

Lo storico stabilimento metalmeccanico, con sedi anche a Bussolengo e Nichelino, gode di prospettive tutt'altro che positive, ed anzi pare dato come ormai prossimo alla definitiva chiusura. Una prospettiva che, qualora dovesse realizzarsi, avrebbe il sapore di una autentica tragedia per le famiglie dei circa 180 dipendenti dello storico stabilimento metalmeccanico, molte delle quali vivono di fatto esclusivamente grazie allo stipendio della Cir, e che rischierebbero di vedersi costrette a restituire alle banche le quote di cassaintegrazione.

Tra le tante storie, in particolare, spicca quella di Antonio Leone, operaio dello stabilimento e residente proprio a Tocco, padre di un bimbo autistico, e con una famiglia che poteva contare solo sul suo stipendio.

"Abbiamo accettato di sottoscrivere a nostro nome la cassaintegrazione per provare ad andare avanti il più possibile, fiduciosi circa la ripresa dell'azienda" - ha spiegato l'uomo - "ma purtroppo la realtà dei fatti, oggi come oggi, è che non c'è più alcuna prospettiva: come posso dunnque sentirmi sapendo di dover mantenere una famiglia e di dover assicurare a mio figlio le cure necessarie? Tra qualche mese 180 lavoratori saranno in condizione di povertà, vorrei quindi fare notare a imprenditori, dirigenti e politici di cercare di distinguere le nostre vite dai meccanismi di profitto".


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