Crolli Via D'Annunzio: costruttore a processo, accusato di errori in costruzione

Costruttore a processo, Filippo Impicciatore, in seguito al crollo del palazzo di via D’Annunzio, è stato rinviato a giudizio.

Con il crollo, la notte del 6 aprile 2009, morirono 13 persone: un giovane, estratto vivo dalle macerie, ha adesso una grave sindrome da stress e guai fisici.

Impicciatore ha 81enne ed è di Perano (Chieti)  imputato in quanto fu uno dei costruttori dell’edificio realizzato nel 1961 insieme ad altre persone che sono decedute e che pertanto non entrano nel processo penale a prescindere dall’aspetto risarcitorio. 

Residente in Venezuela non è stato possibile notificargli l’atto e la sua posizione era stata stralciata non essendo possibile, per lui, esercitare il diritto alla difesa. 

L’udienza a suo carico si svolgerà il 21 novembre 

Sotto processo si trovano al momento l’ingegnere aquilano Fabrizio Cimino, 50 anni, e Fernando Melaragno, (63), molisano di Forlì del Sannio. Sono accusati di omicidio colposo plurimo e lesioni in riferimento a presunti errori nella ristrutturazione del palazzo.

Per quanto riguarda la costruzione iniziale, di qui l’incriminazione di Impicciatore, si contesta l’uso di materiale scadente, calcestruzzo di scarsa qualità  "che presenta valori di gran lunga inferiori sia a quanto indicato nel progetto sia alla comune prassi dell’epoca della costruzione". Invece, in relazione alla manutenzione del 2002, e qui entrano in gioco gli altri due accusati, si contestano la mancata esecuzione di prove di carico e la mancata valutazione di adeguatezza statica e sismica dell’intiero edificio situato in zona Villa comunale. 

Altre risultanze peritali sembrano sostenere che i restauri del 2002 non avrebbero influito sul crollo visto che il palazzo presenterebbe delle criticità che scaturiscono dalla costruzione fatta nel lontano 1961.

 Nel corso del giudizio gli accusati sono assistiti dagli avvocati Riccardo Lopardi, Attilio Cecchini, Ersilia Lancia e Paolo Vecchioli.