Crollo Via Rossi, una perizia scagiona gli imputati

23 Giugno 2012   10:37  

309 morti la notte del terremoto all'Aquila, 17 nel condominio di Via Generale Francesco Rossi, nell'anello intorno al centro storico sviluppatosi tra gli anni Sessanta e Settanta dove risiedevano per lo più studenti. Fu dalle macerie di questo palazzo sbriciolatosi in pochi attimi, che fu estratta viva dopo 23 ore Marta Valente, universitaria 24enne di Bisenti. La sua storia, commosse l'Italia.

Per quel crollo, come per altre decine, la Procura ha aperto un'inchiesta. Sono finiti sotto processo tre ingegneri, tutti aquilani. Accusati a vario titolo di omicidio colposo, disastro e lesioni.

Oggi, però, secondo quanto riporta Il Messaggero, una perizia, la seconda, sembra scagionarli. Secondo gli esperti nominati dal giudice, la ristrutturazione del tetto, inizialmente finita nel mirino, non avrebbe concorso al collasso dell'edificio. Piuttosto, sostengono, le motivazioni sono da rintracciarsi nella precarietà dei materiali costruttivi.

Gli imputati, Diego De Angelis, direttore dei lavori e amministratore di condominio, Davide De Angelis, collaudatore e Angelo Esposito, titolare della ditta che eseguì il rifacimento del tetto, si sono affidati al professor Franco Braga per la consulenza di parte, che ha confermato come la causa del crollo sia da rintracciare nella scarsa qualità dei materiali costruttivi e nella geometria dell'edificio.

(MS)


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