De Santis (Idv): "La rinascita dell’Aquila non può partire da una centrale a biomasse"

11 Novembre 2011   14:36  

"La società Futuris Aquilana ci informa che realizzerà l’impianto termoelettrico della potenza di 5,5 MW, alimentato da biomasse vegetali, nel nucleo industriale di Bazzano, nonostante i pareri contrari dei Consigli di Circoscrizione di Paganica, Monticchio, S.Elia, Bagno; nonostante la contrarietà del Consiglio comunale di L’Aquila, espresso in data 8-11-2010 con l’invito alla Regione a sospendere l’efficacia dell’autorizzazione; nonostante le proteste dei residenti e l’opposizione motivata dell’Associazione 'Salviamo Paganica'. La stessa Società aggiunge che tale realizzazione rappresenta 'una reale opportunità di crescita e sviluppo del territorio aquilano e sarà uno stimolo allo sviluppo e alla ricostruzione dell’area', decidendo al posto dell’Amministrazione Comunale il tipo di sviluppo possibile per la città. Al di là degli aspetti tecnici discutibili e dei rischi per l’ambiente e per la salute della popolazione, è doveroso sottolineare che questa centrale termoelettrica dovrebbe sorgere in un territorio fortemente urbanizzato che ospita 2 grandi insediamenti del progetto CASE, centri abitati, numerosi uffici pubblici ( Provincia, ARTA, Camera di Commercio, Corte d’Appello,Università) e tante attività commerciali ed artigianali e comporterebbe un gigantesco incremento del traffico pesante per l’approvvigionamento delle biomasse necessarie all’alimentazione dell’impianto. Non tener conto di ciò, significa solo aggredire un’area già penalizzata e soffocarne le specifiche vocazioni e significa, soprattutto, derogare a regole urbanistiche e ad una visione complessiva del territorio comunale". Lo dice Lelio De Santis, segretario dell'Idv.

"Le legittime aspettative e gli interessi economici di un Soggetto privato non possono mai prescindere dagli interessi collettivi e dal progetto complessivo di una città: il compito di programmare il tipo di sviluppo ed il futuro di una città spetta innanzitutto all’Ente locale e non al singolo imprenditore. Poiché nessuno è contro per partito preso a forme di investimenti che possono produrre economia ed occupazione, se si dimostrasse in modo incontrovertibile che l’impianto è sicuro e non presenta impatti negativi sull’ambiente, allora le Istituzioni, a cominciare dal Comune, dovrebbero individuare un altro sito idoneo, lontano dai centri abitati e più vicino ai luoghi dove si producono le biomasse.

Mi permetto, pertanto - conclude De Santis - di suggerire a tutti buon senso e rispetto del territorio aquilano ed al Sindaco, Cialente, di battere un colpo in modo fermo, prima che sia troppo tardi. La città che vogliamo ricostruire, con la sua vocazione culturale e turistica, non può essere sfregiata ogni giorno da realizzazioni che incidono sull’assetto del territorio, fuori da un disegno pianificatorio organico e riconoscibile".


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