Debiti La7, Mentana non risponde, Crozza rischia di saltare e lo sciopero è sempre più vicino

28 Aprile 2014   12:25  

Lo sciopero per i dipendenti non giornalisti di La7 è sempre più inevitabile ed il 9 maggio ci sarà la prima astensione dal lavoro dopo 12 mesi di promesse non mantenute, per i manifestanti, di Urbano Cairo, l'editore che ha comprato l'emittente da Telecom Italia.

A suo tempo Enrico Mentana parlò di dimissioni se fosse cambiato qualcosa in rete, in 12 mesi l'emittente si è riempita di debiti sui fornitori terzi che non sono stati pagati e ha iniziato un taglio degli investimenti trasversali, ma il direttore del TG La7 pare non essersene accorto.

Così diceva Enrico Mentana:

Ci sono preoccupazioni ben motivate perchè il conto economico de La 7 è in passivo si andrà a momenti difficili di confronto. È altrettanto certo però che non bisogna avere paura del nuovo (…) Noi solo questo mestiere sappiamo fare e continueremo a farlo. E ci ostiniamo a pensare che nessuno verrà per tacitare queste voci. Un’ impresa ha bisogno del segno più nelle sue voci e il telegiornale sta nel segno più

Continueremo a fare il nostro mestiere, se verrà qualcuno che vorrà cambiare la nostra linea, allora forse sarà meglio andarsene, ma io non credo che sarà così. E l’ottimismo non è solo di facciata“.

Evidentemente per Mentana il fatto di non pagare chi vanta crediti non è motivo di confronto con l'editore.

Il 9 maggio, però, salterà anche un suo programma, Bersaglio Mobile e il fortissimo (in termini pubblicitari .ndr) Crozza nel Paese delle Meraviglie.

In una nota della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che si schiera a fianco del Cdr del TG LA7, si legge che fra i principali motivi che porteranno allo sciopero non bisogna dimenticare “che con la scusa di un processo di risanamento, l’azienda non rispetta accordi sottoscritti con i lavoratori e specifiche previsioni del contratto di lavoro giornalistico, nonostante gli impegni assunti”.

Infatti, stando a quanto si legge nella stessa nota della FNSI:

“[C'è] preoccupazione sul disinvestimento di interi settori produttivi a La7 annunciata dai lavoratori. Con la logica di tagli lineari dei costi imposta a fornitori esterni e a decisive strutture interne dell’emittente, si mette a rischio un pezzo importante dell’informazione del nostro Paese”.

Insomma l'unico che non prende una posizione chiara è proprio Mentana che, strenuamente, si barrica dietro al silenzio. 


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