L'Abruzzo vive una drammatica emergenza demografica: le nascite in calo, con culle vuote e una crescente difficoltà di sostenere le famiglie.
L'Abruzzo sta vivendo un vero e proprio dramma demografico: negli ultimi dieci anni la regione ha perso 40mila giovani, una riduzione significativa che non riguarda solo il numero degli abitanti, ma anche la perdita di prospettive per le nuove generazioni. Il calo più drammatico si è verificato nella provincia aquilana, dove le nascite sono crollate a livelli preoccupanti. Il dato, tuttavia, non è isolato, poiché anche in Chieti, Pescara e Teramo si registrano andamenti negativi.
A testimonianza di quanto sia grave la situazione, il confronto tra le nascite di 1943 e quelle del 2023 dipinge un quadro inquietante: nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, le nascite in Italia furono circa 882.000, un numero ben più alto rispetto alle circa 380.000 del 2023. La Cgia di Mestre sottolinea che la crisi demografica in Italia è ancora più grave rispetto ad altri paesi europei. Nonostante la crescente scarsità di servizi per le famiglie e le difficoltà economiche, il fenomeno della denatalità non può più essere spiegato solo da queste cause.
A livello nazionale, la popolazione giovanile è diminuita di circa 750mila unità dal 2014, con una riduzione del 5,8%. La maggior parte di questo calo si concentra al Sud, e l'Abruzzo non fa eccezione, con una contrazione del 13,8% della popolazione giovanile. Nella provincia dell'Aquila, ad esempio, i giovani sono diminuiti da 67.148 nel 2014 a 54.896 oggi, un calo del 18,2%.
Per quanto riguarda le nascite, la situazione è ancora più grave: in Abruzzo, si è passati da 25.091 nascite nel 1943 a solo 7.578 nel 2023. Le altre province rispecchiano lo stesso trend negativo: a Chieti le nascite sono calate da 7.844 a 2.176, a L'Aquila da 7.368 a 1.673, a Pescara da 4.235 a 1.831, e infine a Teramo da 5.644 a 1.898. Il risultato complessivo è un inverno demografico che sembra sempre più avvicinarsi al concetto di deserto demografico, con la paura che l'Abruzzo non riesca a sostenere adeguatamente la crescita della sua popolazione nei prossimi decenni.
La risposta alla crisi potrebbe non essere semplice: oltre a investire nella formazione, ridurre l'abbandono scolastico e sostenere le famiglie giovani, l'immigrazione potrebbe essere una soluzione temporanea, sebbene vada gestita con attenzione. L'Abruzzo, come molte altre regioni italiane, è a un bivio, e le politiche demografiche potrebbero determinare la sua capacità di affrontare questa emergenza.