Diretta Perdonanza: Il Cardinale Angelo Comastri ai nostri microfoni

28 Agosto 2011   17:35  

Nel 1215, quando nacque Pietro Angeleri, il futuro Celestino V, era ancora vivo S. Francesco d'Assisi. I due Santi non si incontrarono mai, però l'eremita del Monte Morrone respirò il clima spirituale creato dal Poverello di Assisi, che scosse la società del suo tempo sposando "Madonna Povertà" e scegliendo - come scrive l'autore della "Leggenda Perugina" - il privilegio di non aver alcun privilegio in questo mondo.

Umanamente parlando, Francesco poteva considerarsi un figlio fortunato, perché suo padre era un ricco e affermato mercante: ma Francesco capì che la felicità non si compra con i soldi e il vero potere non è quello fugace dei potenti di questo mondo.

Francesco capì che l'unica vera ricchezza dell'uomo è Dio e ne tirò le conseguenze. S. Bonaventura, che fu contemporaneo di Pietro da Morrone, scrive:

"Nessuno fu più avido d'oro, quanto Francesco fu avido di povertà".

Pietro da Morrone fu in perfetta sintonia con questa visione evangelica della vita e, proprio per questo, egli ha lasciato un solco profondo nella storia. E osservate: i potenti del suo tempo sono stati tutti dimenticati, ma l'umile eremita, diventato pontefice per poco più di cinque mesi, ancora fa parlare, ancora insegna, ancora mette in crisi le coscienze e, con il suo esempio, ci invita a mettere al centro della nostra esistenza l'imitazione di Cristo, perché un giorno saremo tutti pesati con la bilancia inappellabile del Suo Evangelo.

Pietro da Morrone - come tutti sapete - inaspettatamente venne eletto Papa il 5 luglio 1294 e il 29 agosto venne incoronato pontefice in questa Basilica di S. Maria di Collemaggio.

Certamente egli si domandò: quale regalo posso lasciare a questa amata città? Quale ricordo posso legare all'avvenimento dell'inizio del pontificato?

Non ebbe dubbi: lasciò la Perdonanza, lasciò una straordinaria opportunità di rinnovamento spirituale attraverso l'invocazione del Perdono di Dio.

Cerchiamo di entrare nel cuore di Celestino V per capire il senso di questo preziosissimo dono. Chiediamoci: cos'è che rende cattivi gli uomini? Cos'è che li rende egoisti e rapaci? Cos'è che fa scoppiare le guerre e la violenza? Cos'è che spezza i vincoli indispensabili della fedeltà? Cos'è che infanga la bellezza dell'amore? Cos'è che distrugge la pace nel cuore e nel mondo? Cos'è che rende omicida la mano degli uomini, quella mano che Dio ci ha donato per soccorrere e per asciugare lacrime e per esprimere amore e amicizia?

Le domande potrebbero continuare, ma la risposta sarebbe sempre identica:

l'infezione che ci rende cattivi e infelici è il peccato! Perché il peccato ci stacca da Dio e ci getta nella povertà pericolosissima del vuoto e della privazione dolorosa del senso della vita.

Madre Teresa di Calcutta, donna santa e donna saggia, spesso diceva: "Non dimenticate che il male è male, perché fa male; e il bene è bene perché fa bene". Celestino V sapeva tutto questo e, pertanto, volle lasciare come ricordo a questa città "la festa preziosa del Perdono".

Oggi, purtroppo, molti non capiscono più quale forza devastante possieda il peccato, perché non capiscono più il valore insostituibile di Dio.

Paradossalmente un ateo accanito come Federico Nietzsche, nel 1882 nell'opera intitolata "La gaia scienza" dipinge con toni drammatici le conseguenze della "morte di Dio".

Egli, con lucida onestà, si chiede: "Ma come abbiamo fatto? Come abbiamo potuto bere il mare? Chi ci ha dato la spugna per cancellare tutto l'orizzonte? Che cosa abbiamo fatto quando abbiamo sciolto la terra dalla catena del suo sole? In che direzione essa si muove adesso? In che direzione ci muoviamo noi? Non precipitiamo continuamente? Non vaghiamo come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto più freddo? Non viene continuamente la notte e sempre più notte? Non bisogna accendere lanterne anche di mattina?".

Federico Nietzsche descrive la situazione dell'uomo che ha rifiutato Dio, ma pretende di tenere in piedi il tetto della società togliendo la trave portante.

Già il profeta Isaia, rivolgendosi ad una società corrotta come la nostra, ammoniva:

"Voi confidate nella perversità e nella perfidia. Ma, così facendo, voi diventate come un muro nel quale si apre una profonda crepa e, all'improvviso, cade e va in frantumi" (cfr. Is 30,12-14).

E Geremia, con una sintesi veloce e impressionante,descrive il potere demolitore del peccato quando dice:

"Essi seguirono ciò che è vano - vuoto

e diventarono essi stessi vani - vuoti" (Ger 2,5).

Oggi non è difficile vedere gli effetti terribili del peccato: rifiutato Dio, dilaga la corruzione; rifiutato Dio, esplode l'egoismo e ci ferisce tutti; rifiutato Dio, la vita perde dignità e valore e, pertanto viene calpestata e aggredita; rifiutato Dio, non sappiamo più cos'è l'uomo e quale è lo scopo grande della sua vita.

Ecco, allora, l'appello della Perdonanza:

ritorniamo al Signore, togliamo dal nostro cuore ogni spazio buio, battiamoci il petto con umiltà e invochiamo il perdono che ci rigenera e ci restituisce la pace e la gioia di vivere.

A Madre Teresa di Calcutta, pochi mesi prima della sua morte, chiesero:

"Madre, qual è il giorno più bello della sua vita?"

Senza esitazione rispose:

"Oggi, perché posso ancora riempirlo di bene. Quando morirò, porterò con me soltanto la valigia della carità: voglio riempirla, perché sono in tempo".

Chiesero ancora:

"Madre, quante persone ha reso felici con la sua carità?"

Rispose:

"Non mi sono mai posta questa domanda e non voglio pormela. Però posso assicurarvi che, vivendo la carità, io ho trovato la mia felicità: siamo stati creati per fare il bene; e, soltanto facendo il bene, saremo felici!".

Dio ci aiuti in questo santo giorno, per l'intercessione di S. Pietro Celestino, a ritornare nella via del Vangelo per costruire un mondo più bello e più giusto come tutti desideriamo!

Angelo Card. Comastri
Vicario Generale di Sua Santità per la
Città del Vaticano


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore