Don Ciotti: ''La cultura dei piccoli favori aiuta le mafie''

''A tutti i partiti chiedere conto di coerenza"

08 Ottobre 2009   19:16  

Sono qui per un momento di riflessione sulla legalità, afferma Don Ciotti, parroco impegnato nel sociale, fondatore del "Gruppo Abele", che opera nelle carceri minorili ed aiuta le vittime della droga, e poi di Libera, baluardo contro le mafie. Oggi a L'Aquila è tornato alla parrocchie di pettino. un luogo dal forte valore simbolico, a sei mesi dal sisma.

Tutto intorno palazzi crollati in una delle aree più colpite dal terremoto. Il centro parrocchiale è rimastro in piedi illeso e per mesi ha immagazzinato, smistato e distribuito cibo, vestiti e medicinali, e ora vuole tornare ad essere un punto di riferimento del tessuto sociale da ricostruire da zero.

E nella sala della parrocchia Don Ciotti ha spiegato che l'Aquila, diventata un immenso cantiere, è ha forte rischio di infiltrazioni mafiose, ed allora l'impegno dei cittadini e in particolari dei cristiani è decisivo, perché essere cristiani significa sporcarsi le mani, lottare per la legalità, costruire la vera politica che è la più alta forma di carità: ''Funzionale all'infiltrazione mafiosa è la cultura dell'inciucio, dei piccoli favori, dell'ammiccamento, del clientelismo''.

Riferendosi alle parole del vescovo Giuseppe Molinari, che aveva attaccato il Pd per le sue posizione sui temi etici, afferma: ''Non entro nel merito ma dico che dobbiamo chiedere a tutte le forze politiche conto della loro coerenza e credibilità. Dobbiamo lottare contro l'indifferenza che è una malattia mortale.''

La politica poi non dimentichiamo, non si riduce ai partiti'' E conclude: ''Tutti devono contribuire la bene comune, non dimenticare le parole di don Tonino Bello, la chiesa è per il mondo non per sè stessa.''

 


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