Dopo la vittoria con Rieti parla Mario Patriarca, non viene dalla fine del mondo ma ...

14 Marzo 2013   11:53  

Vittoria di capitale importanza per il Pescara, che in quaranta minuti, vissuti come sempre pericolosamente, si tira fuori dai gorghi dei playout, approdando su lidi più ameni e consoni al suo rango.

Il tecnico Mario Patriarca a fine partita ha ancora disegnati sul volto i segni della tensione.

Di sorridere non se ne parla ma chi lo conosce bene sa che sotto la sua corazza cova una gioia profonda che non ammetterà mai.

Questa sera potrebbe darsi a qualche salutare sfogo liberatorio ma non sta nelle sue corde ed anzi le sue dichiarazioni sono improntate più a sottolineare gli aspetti problematici della partita che i meriti indiscussi della sua squadra.

"Abbiamo sofferto e messo in pericolo la vittoria - dichiara l'allenatore del Pescara - facendo emergere ancora una volta le nostre paure più profonde.

Nel finale abbiamo rivisto le streghe, ormai di casa al PalaRigopiano, riuscendo a far rientrare in partita un avversario ormai alle corde. Non siamo riusciti a segnare negli ultimi undici minuti, quando i reatini hanno rischiato la carta del portiere di movimento.

Se non è un record ....poco ci manca ! È un'annata così, ci siamo ormai rassegnati a convivere con le nostre angosce.

Paura di vincere ? Credo proprio di si. Spero che adesso avendo un po' assestato la nostra classifica, si possa ritrovare, sin da sabato prossimo a Bassano, quella tranquillità necessaria per fare bene. Almeno lo spero".

C'è spazio però anche per qualche annotazione benevola e alla fine Patriarca accenna quasi ad un sorriso quando ripercorre i primi trenta minuti della partita:" La solita partenza ad handicap, questa volta però siamo riusciti a rimediare in fretta.

Abbiamo giocato con la giusta lucidità, applicando sul campo quello che avevamo studiato in allenamento. Si può certamente fare meglio ma i nostri primi 30' sono forse stati i migliori di tutta la stagione.

Bravi soprattutto quelli che più avevano deluso nelle ultime giornate, non voglio fare nomi ma hanno finalmente dato tutto, senza nascondersi e senza accampare alibi".

Mario tira fuori dalla tasca la sua sigaretta elettronica, da cui ormai non si separa più, e dopo un paio di boccate torna ad assumere l'espressione trasognata di sempre. Sembra volerci congedare, ha parlato sin troppo e vorrebbe rientrare alla svelta nei suoi proverbiali silenzi ma un pensiero finale lo vuole dedicare a Francesco Cellini, uscito parecchio malconcio dalla partita:" Voglio fargli pubblicamente i miei più sentiti auguri per una pronta guarigione. L'infortunio sembra serio e il mio dispiacere è grandissimo.

Temo che perderemo per un bel po' di tempo un ragazzo umile e sincero, che anche questa sera ci ha dato una grossa mano. Forza Francesco, quando tornerai sarai ancora più forte di prima".

È tutto, Mario ci saluta e gira i tacchi in direzione dello spogliatoio.

Nell'aria resta solo una nuvola di fumo, sarà una suggestione ma ci sembra una fumata bianca...e...azzurra !

Massimo Renella



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