Dragaggio porto Pescara: Testa indagato per falso

Quali conseguenze per i lavori?

28 Marzo 2013   12:56  

Nuove accuse per il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa nell'ambito dell'inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia dell'Aquila sul mancato dragaggio delle acque del porto cittadino, che ha portato agli arresti domiciliari del super dirigente dei Lavori Pubblici Angelo Bellafronte Taraborrelli e dell'ex funzionario del provveditorato alle opere pubbliche di Venezia Giuseppe Biscontin.

Oltre che di turbativa d'asta, per la quale é indagato insieme ad altre 14 persone, emerge ora per Testa, all'epoca dei fatti commissario per il dragaggio (carica da cui si é dimesso alla fine dello scorso anno) anche l'accusa di falso, insieme allo stesso Taraborrelli ed al responsabile unico del procedimento, Emanuele Ucci. Nello specifico, all'attuale presidente della Provincia di Pescara e agli altri due indagati viene contestata l'assegnazione dell'appalto dei lavori di dragaggio alla ditta Gregolin di Venezia, la quale tuttavia sarebbe di fatto risultata, secondo il gip del Tribunale dell'Aquila Marco Billi, "solo una società di schermo, poiché la maggior parte dei lavori, circa l'83%, sarebbe stata svolta dalla Dragaggi srl, arrivata seconda nella gara d'appalto". In altre parole, emergerebbe dalle indagini della Guardia di Finanza ,durate quasi due anni, che la società Dragaggi avrebbe "pilotato in suo favore la gara con la consapevolezza di tutte le altre società partecipanti indagate", e tutto ciò sarebbe confermato anche da "una tabella nella quale venivano anticipati con precisione gli importi che sarebbero stati offerti da ciascuna ditta".

Le accuse nei confronti di Testa, nello specifico, riguarderebbero la sua attestazione di presenza alla seduta di apertura dei plichi relativi alla gara d'appalto per il terzo lotto, alla quale invece sarebbe risultato assente, non avendo apposto le sigle di contrassegno al momento dell'apertura delle buste. Per Taraborrelli, invece, si parla di spostamenti sospetti nelle città sedi delle varie ditte interessate ai lavori di dragaggio a partire dal 22 settembre 2012.

In attesa di nuovi interrogatori a carico degli accusati, vine da domandarsi cosa ne sarà dei lavori di dragaggio, che dovrebbero partire mercoledì prossimo. Al momento, non sembra che le indagini in corso possano in alcun modo comprometterne la partenza, ma ciò dovrebbe indurre a riflettere sul fatto che la paralisi del porto di Pescara, causata dalla mancata pulizia da circa due anni di grandi quantità di fanghi tossici, e tutto ciò che ne é conseguito in termini occupazionali per i marittimi e tutti coloro che lavoravano grazie ad esso, sembrano essere dovuti (se le indagini e l'eventuale giudizio del tribunale lo dimostreranno) ad una triste e squallida storia di corruzione e tangenti.

Lorenzo Ciccarelli


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