E Sacconi perde le staffe per una banale domanda sui precari...

30 Marzo 2012   17:43  

''Le giovani generazioni devono poter accedere al mercato del lavoro in modo che non siano penalizzate da ingiustificate precarietà o da forme inammissibili di sfruttamento''.

E' il passo saliente del messagggio del Presidente Giorgio Napolitano, che finalmente ha speso parole forti e chiare su un drammatico fenomeno della precarietà lavorativa che colpisce milioni di italiani costretti lavorare senza le tutele di chi ha i contratti a tempo indeterminato, con salari tra i più bassi d'Europa, senza la possibilità di costruirsi un futuro.  Se questo è avvenuto è grazie alle leggi che hanno precarizzato il lavoro e hanno consentito il dilagare di contratti atipici.

Hanno trasformato milioni  di lavoratori in dipendenti para-subordinati, a tempo, flessibili, , in co.co.pro e co.co.co. a vita,  in finte partite IVA, ricattabili con la minaccia di licenziamento in tronco perchè per loro l'articolo 18 di cui tanto si parla è solo un numero esoterico, in futuri anziani che non avranno una pensione, se non quella minima ancora prevista per poveri. 

La responsabilità insomma è di chi ha governato questo paese negli ultimi vent'anni che queste leggi hanno approvato, o non hanno modificato, almeno nella direzione della flexicurity (flessibilità, ma con garanzia dei diritti, indennità di disoccupazione e cosi' via) allineando l'Italia a Paesi più civili, evoluti ed anche più competitivi dell'Italia, come la Francia, la Germania, e i paesi scandinavi.

Oggi a L'Aquila è arrivato l'ex-ministro Maurizio Sacconi. Gli abbiamo chiesto se per caso l'ex-governo, il suo, non abbia avuto una parte di responsabilità della precarizzazione del mercato del lavoro. Perentoria la sua sua risposta: ''E' una stronzata!''. E a seguire Sacconi associa le critiche alla legge  Biagi (e Maroni)  all'odio ideologico. 

Filippo Tronca

immagini e montaggio Marialaura Carducci


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