ESCLUSIVO - La lettera di bocciatura della Commissione Europea sulla Zona Franca aquilana

17 Settembre 2011   07:32  

In data 12 settembre 2011 la Commissione Europea con questa lettera richiede in via ufficiale dei chiarimenti al Governo italiano per deliberare sulla Zona Franca Urbana aquilana.

Purtroppo quello che traspare dalle parole scritte è che la Commissione Europea rileva molteplici dubbi sui documenti presentati dal Governo:

1) che la misura in questione persegue non tanto un obiettivo di sviluppo sociale (come la misura N 346/2009), quanto un obiettivo di sviluppo regionale, poiché intesa a risolvere una situazione di disparita economica in una determinata area.

2) i dati economici forniti non delineano una situazione drammaticamente diversa da quella del resto del paese, e dall'altro essi non interessano esclusivamente I'area identificata per la ZFU, ossia il comune della citta dell'Aquila.

3) l'identificazione della ZFU sembra mancare di elementi statistici oggettivi che giustifichino la scelta del comune dell'Aquila

4) resta da chiarire in che modo I'applicazione retroattiva della misura sino all'aprile 2009 potra produrre un effetto di incentivazione nei confronti delle imprese che hanno gia deciso di stabilirsi nella città dell'Aquila

In poche parole la Commissione Europea ci dice che la documentazione fornita non è sufficente a comprovare la necessità di fruire della ZFU.

Poi aggiunge: "II vantaggio offerto ai beneficiari della misura dovrebbe essere proporzionale allo svantaggio creato dalla situazione di disparita economica determinatasi nella città dell'Aquila, senza pero conferire un vantaggio eccessivo ai beneficiari, ne incidere significativamente sugJi scambi tra gli Stati membri".

Infine il termine perentorio:

In assenza di tali informazioni, la Commissione non e in grado di definire la sua posizione sulla misura pro posta. Di conseguenza, il periodo di due mesi entro il quale la Commissione e tenuta a prendere una decisione decorrera unicamente dalla ricezione delle informazioni supplementari, che devono pervenire alIa Commissione entro 20 giorni lavorativi dalla data della presente lettera.

In definitiva se finalmente abbiamo un termine ultimo entro il quale il provvedimento potrà essere approvato o no cioè 20 giorni lavorativi quindi entro l'11 ottobre 2011, comprendiamo anche che "il tiro" del nostro Governo nel chiedere questa forma di assistenzialismo è stato completamente sbagliato ed i documenti forniti hanno comprovato l'esatto contrario di ciò che si voleva provare.

Quello che però fa più male a chi questa città la vive ogni giorno e che si rende conto realmente di come stanno le cose è una nota a pié pagina che dice:

Per il periodo 2008-2009, la contrazione del PIL (-10%) non appare discostarsi significativamente da quella nazionale (-7%); nel 2009 il tasso di disoccupazione per l'intera provincia dell'Aquila (9.68%) sebbene superiore alla media nazionale (7.79%) subisce una variazione contenuta rispetto al2008 (+13.5% a fronte di un aumento del 15% a livello nazionale). 11 numero delJe imprese con dipendenti appare lievemente in calo dal 2008 al 2009, ma presenta segni di recupero gia nel 2010 (probabilmente per Ie attivita di ricostruzione). II dato più significativo appare essere quello del ricorso massiccio alla Cassa Integrazione, iI quale però delinea una situazione di difficolta che interessa Ie imprese esistenti , e quindi non beneficiarie delle misure previste.

Profetiche furono, quindi, le parole del Commissario alla Ricostruzione Gianni Chiodi pronunciate all'assemblea di Piazza Duomo, disse:

"Sosterrò presso il Governo un trattamento congruo a quello ottenuto da altre regioni, anche se dati alla mano le stesse Umbria e Marche hanno avuto meno di quello che lo Stato ha elargito per il cratere aquilano".

Insomma se non si tratta di bocciatura tout court si tratta comunque di una bella mazzata e crediamo sia difficile se non impossibile in 15 giorni lavorativi "aggiustare il tiro" e convincere dati alla mano la Commissione Europea, dopotutto son già passati 2 anni e mezzo dal sisma, se non siamo tutti alla fame e disoccupati forse della Zona Franca potremmo anche fare a meno.

Se proprio volessimo approfittarne potremmo andare sempre a Pescara dove la Zona Franca Urbana è realtà nel quartiere di Porta Nuova, forse loro hanno saputo comunicare in modo migliore il disagio di quel territorio.


 



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