La Provincia di Teramo - scrive Francesco Di Giuseppe di Azione Studentesca - , pur conoscendo l'evidente criticità del Liceo Saffo in termini di strutture, ha sistematicamente ignorato nella pianificazione del Piano Triennale 2008-10 e nelle annualità precedenti la nostra scuola. Il preside D'Ambrosio si impegni a sollecitare in maniera decisa la Provincia, in quanto ente competente alla gestione e alla manutenzione degli edifici scolastici superiori,al fine di riservare la dovuta attenzione al Liceo Saffo che raccoglie l'utenza della popolazione studentesca delle cittadine costiere e non, della parte meridionale del nostro territorio provinciale. Nonostante la presenza di amministratori di centrosinistra in provincia da ormai quindici anni e nonostante la contiguità politica tra l'attuale amministrazione comunale con quella provinciale, registriamo la latitanza anche dei nostri amministratori comunali a prendere in considerazione seri interventi per risolvere questa grave situazione".
Il termine ultimo per adeguare gli edifici scolastici alle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro - prosegue Di Giuseppe - in Italia è stato procrastinato di ben 12 anni. Secondo le rosee previsioni del decreto legislativo numero 626 del 1994 tutti gli edifici scolastici disseminati sul territorio nazionale avrebbero dovuto essere a norma entro il 31 dicembre 1997 adesso il termine ultimo è fissato per il 31.12.2009.
L'ultima radiografia sugli edifici scolastici presenta dati
sconfortanti. Oltre metà delle scuole italiane presenta rischi di vario
genere e appena il 30 per cento viene considerata 'sufficiente'.
In Italia funzionano circa 42 mila edifici scolastici che ospitano
quasi nove milioni di persone: alunni, insegnanti, personale non
docente e dirigenti scolastici. Secondo la nostra indagine il 68 per
cento delle 271 scuole monitorate non ha il certificato di agibilità
statica, 7 su 10 mancano della certificazione di agibilità
igienico-sanitaria e tre su 4 sono prive del certificato di prevenzione
incendi.
Gli amministratori locali - conclude Au - si ricordano dell’edilizia scolastica solo in seguito alla tragedie e non con una programmazione seria".