Edilizia,valanga di licenziamenti. L'Ance:''burocrazia malata''

1000 i posti di lavoro in meno nel 2008

13 Gennaio 2009   12:49  
Un 2008 nero per l'edilizia abruzzese. 1000 posti di lavoro perduti nell'arco di un solo anno, lavori pubblici dimezzati rispetto al 2003, progetti che stagnano negli uffici da oltre due anni, in sensibile calo anche il ricorso al mutuo per l'acquisto della prima casa: la gente ha paura di non poter più sostenere le rate a lungo andare, e molto spesso preferisce perdere la caparra piuttosto che correre il rischio di indebitarsi.

A dirlo i dati diffusi dal presidente dell'Ance di Pescara, Giuseppe Girolimetti, il quale ha spiegato come a dare filo da torcere al settore edile nostrano, non sia soltanto la crisi finanziaria internazionale - spiegazione universale di quanti preferiscono non addentrarsi nei problemi particolari della Regione - bensì l'arretratezza degli enti ancora scarsamente informatizzati, l'anacronismo grave dei meccanismi burocratici relativi al rilascio delle concessioni edilizie, i timori connessi alle inchieste giudiziarie in fieri, e la scarsità di norme chiare e di veloce applicazione che regolino la progettazione a lungo termine di opere edili complesse.

LA "PATOLOGIA" DELLA BUROCRAZIA ITALIANA

Si tratta di aspetti che nel Pescarese assumono contorni ancora più inquietanti. A Montesilvano l'inchiesta "Ciclone" sui lavori pubblici ha prodotto arresti e bloccato diversi progetti: "La nostra provincia- afferma Girolimetti- vive una situazione ingessata per tante ragioni. Ne parlavo con una persona che nel mese di dicembre ha ritirato una concessione edilizia al Comune di Montesilvano, la sua era intorno al numero 160. Questo significa che nel 2008 in quel Comune non sono state rilasciate più di 200 concessioni, mentre in precedenza se ne rilasciavano 800 l’anno".

A Pescara e Spoltore oltre ai progetti anche gli accordi di programma sono in fase di grave stagnazione, molti di essi sono racchiusi nel faldone sequestrato dalle forze dell'ordine in relazione all'inchiesta sull'urbanistica. Tali accordi permettono agli enti locali la realizzazione di grandi opere pubbliche come edifici scolastici, strade, giardini e parcheggi, il blocco da essi subito non fa che peggiorare una situazione occupazionale che già di per sè lascia molto a desiderare.

Ma ancora una volta il Presidente dell'Ance va oltre la contingenza e mettendo da parte gli interventi della giustizia, spara sul meccanismo arrugginito della burocrazia italiana, che considera come una vera e propria "patologia": "Per i programmi complessi mancano regolamenti chiari. Non si può ritirare un progetto dopo quattro anni, perché in un arco di tempo così lungo il mondo cambia. Lo stiamo vedendo con questa crisi. Un’impresa non ha la possibilità di programmare. Ed è inammissibile che per passare da un ufficio all’altro una carta impieghi un mese o due. Noi non facciamo che chiedere una svolta. Sui grandi appalti il nostro centro nazionale ci dice che la media europea perché un’opera venga cantierata è di quattro anni, in Italia ce ne vogliono dieci".

CHI HA PAURA DEL MATTONE?

Il 2009 si prospetta denso di difficoltà, all'insegna della disoccupazione e del timore di rischiare. Il mattone, emblema dell'investimento sicuro, sembrerebbe aver perso fascino e credito, mortificato da stipendi sempre meno sicuri e da rate troppo onerose per quanti si sentono all'oscuro di cosa avverrà nel domani. l'Ance tuttavia rimane fiduciosa, e ipotizza spiragli di ripresa nel prossimo futuro, specialmente in relazione al terziario e al commercio, persino quello abitativo: " La situazione resta pesante, ma a Pescara ci sono ancora spazi per l’edilizia. Mi dicono alcuni nostri associati- spiega Girolimetti- che molti hanno rinunciato all’acquisto della casa a costo di perdere la caparra già versata. E’ la mancanza di credito a penalizzarci. Eppure il mattone continua a restare l’investimento più conveniente. Ecco perché confidiamo nella ripresa. Abbiamo già visto momenti di crisi come questi, ma l’esperienza ci dice che solitamente il primo comparto a ripartire è proprio quello dell’edilizia. Oggi è il settore che sta soffrendo di più, ma storicamente rappresenta il volano per l’economia, soprattutto a Pescara. Le amministrazioni, però, si devono dare da fare. Ad esempio dotandosi di una rete informatizzata".

Da una ricerca realizzata dalla compagnia assicurativa Genworth Financial, pubblicata lo scorso dicembre su svariati siti di informazione finanziaria, è risultato che circa 600.000 giovani italiani intervistati nell'arco del 2008 sarebbero "pronti a sottoscrivere un mutuo per l'acquisto della prima casa, se le banche rispondessero meglio alle loro esigenze". Crisi globale e incertezza riguardo al futuro non sembrano pertanto aver spento del tutto l'aspirazione alla casa di proprietà, considerata, come il Presidente dell'Ance provinciale ha più volte ribadito, ancora una “buona forma di investimento”.

Nello specifico, stando ai dati forniti dall'indagine quanti-qualitativa svolta dalla compagnia assicurativa Genworth, il 90%( oltre 2,9 milioni) di giovani italiani tra i 25 e i 38 anni, economicamente indipendenti e ancora residenti nella propria famiglia, ammette di essere interessato ad acquistare la prima casa nel prossimo futuro. Ben il 60% (quasi 2 milioni di individui) dichiara di volerlo fare entro il prossimo quinquennio. Percentuali che superano nettamente quelle rilevate nell'altra categoria di eventuali acquirenti della prima casa: gli affittuari. Degli oltre 2,7 milioni di famiglie italiane che vivono in affitto il dato percentuale di quanti si dicono interessati ad acquistare casa scende al 52% ( pari a circa 1.438.000 famiglie), mentre soltanto il 22%(600.000 nuclei familiari)si è dichiarato orientato all'acquisto della prima abitazione nei prossimi 5 anni.

Il punto fondamentale della ricerca tuttavia, risiede nell'investigazione della percezione che i giovani sperimentano attualmente riguardo al mutuo, in qualità di strumento finanziario connesso all'acquisto dell'abitazione. Per la maggior parte degli intervistati il mutuo è uno strumento in grado di "accelerare la proprietà immobiliare", ma anche un "fardello e un prodotto complicato e poco trasparente". In altre parole in assenza di mutui agevolati e di ammortizzatori sociali che si conformino alla situazione odierna di incertezza e precarietà, per i giovani la casa rischia di diventare un elemento mitologico connesso alla divina provvidenza. Un sogno evolutivo che finirà per ancorarsi alle fasi della maturità e della vecchiaia, e non più allo scenario materiale e culturale che in passato ha fatto da sfondo alla formazione di migliaia di famiglie: quelle quattro indispensabili mura, teatro della fioritura esistenziale del singolo e della sua innata volontà di espandersi biologicamente e socialmente.




Giovanna Di Carlo

 

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore