Elezioni a L´Aquila, il giorno dopo

29 Maggio 2007   15:19  
Un´ insistente pioggerellina autunnale saluta la primavera politica nel capoluogo abruzzese e bagna la polluzione di volti e slogan che tappezzano la città. Nelle pozzanghere galleggiano come coriandoli i santini delle centinaia e centinaia di candidati. Delusi e vincenti, senza distinzione. L´Aquila, dopo la lunga era di Biagio Tempesta, ha un nuovo sindaco: è Massimo Cialente, medico, parlamentare diessino di area mussiana, salvo ripensamenti centripeti. La sua è stata un´affermazione netta: il 53,1% dei consensi non sono pochi in agòne elettorale in cui ha pesato anche il giudizio sull´operato del governo nazionale. Non sono pochi anche considerando l´abnorme numero di candidati e di liste, con conseguente segmentazione del voto lungo le direttrici delle parentele, della conoscenza personale, delle promesse clientelari . Epifenomeni della crisi della politica che rendono le previsioni imprevedibili e forieri di amare sorprese per chi legge il fenomeno politico con schemi novecenteschi. Massimo Cialente ha il merito di aver saputo aggregare una composita coalizione intorno ad un´ idea di città, vaga ma condivisa. Non è infatti certo cosa si farà esattamente della metropolitana ( Smontare tutto? Completare il progetto? Cambiare percorso?); quali e quante Spa saranno soppresse, ridimensionate o aggregate; come sarà risolta l´emergenza, oramai endemica, dello smaltimento dei rifiuti. Se ne discuterà nei prossimi mesi, e la politica , non riuscendo ad essere nulla di meglio, sarà come sempre machiavellica arte del compromesso. Il sindaco Cialente potrà contare su ampia e solida maggioranza e non dovrà subire il ricatto dei terzi incomodi centristi, inevitabile in caso di ballottaggio. Ora, passata la sbornia del trionfo elettorale, incassate le congratulazioni del Presidente del consiglio Romano Prodi, bisognerà dare un segno di forte discontinuità, ma i primi problemi, dal sapore sapido proprio della solita politica riscaldata, potrebbero arrivare dalla composizione della Giunta. Cialente ha promesso di ridurre ad otto il numero degli assessori. Toccherà vedere se questa lodevole intenzione sarà compatibile con gli appetiti degli undici partiti della coalizione e con le ambizioni degli individui che in quei partiti hanno primeggiato. Uno sguardo alle liste: sostanzialmente stabile ma soddisfatta la Margherita che ottiene il 10,3%. Bene l´Italia dei Valori, il Pdci e i Socialisti riformisti, trionfa l´Udeur, emancipandosi dal suo status di cespuglio della coalizione, in forza dell´ 8,6% dei consensi ottenuti. I Ds sono il primo partito cittadino con il 13,8%. Alle politiche del 2006 avevano ottenuto il 21,1%, ma confermano oggi le preferenze delle Comunali del 2002, che costituiscono il corretto termine di confronto. La sorpresa è la lista civica Impegno per l´Aquila che si porta a casa il 4,9 % dei consensi. Bene lo Sdi (5,2%), che raddoppia i voti rispetto alle amministrative del 2002. I cespugli della coalizione rimangono tali: la voglia di centro non premia la Dc di Celso Cioni, che del centro DOC si era fatto alfiere in campagna elettorale, ingaggiando financo una singolar tenzone per accaparrarsi il glorioso simbolo dello scudo crociato. Rifondazione comunista paga le feroci divisioni interne e si ferma al 2,2%, ripetendo il deludente risultato delle amministrative 2002. Alle Politiche 2006 Rifondazione aveva ottenuto il 7,1% dei consensi. Delusi i Verdi (1,3%) perchè speravano in una lista composta da nomi autorevoli e credibili. Feconde di riflessioni le dichiarazioni notturne del presidente regionale Mario Camilli: “Se una personalità come il professor Guido Visconti prende solo una cinquantina di voti, allora è lecito pensare che a pesare non sono più i programmi, l´esperienza e la competenza.” Passiamo al centrodestra. I tanti centurioni che hanno furoreggiato e guerreggiato nell´era Tempesta, ieri si sono resi irreperibili, lasciando solo Maurizio Leopardi a spiegare alla stampa le ragioni della bruciante sconfitta. E il candidato sindaco non si è sottratto dall´incombenza, cogliendo però l´occasione per levarsi qualche sassolino dalla scarpa: "Il centro destra - ha più volte affermato - paga gli errori commessi in questi nove anni di governo cittadino. Paga le sue divisioni intestine e i troppi personalismi". " Ma chi me lo ha fatto fare... avrà dentro di sè concluso a microfoni spenti. In flessione Alleanza nazionale (8,6%), fragoroso è stato il crollo di Forza Italia al 10,2%: il partito di Berlusconi paga più di tutti gli alleati di centrodestra il giudizio negativo sull´operato delle proteiformi giunte Tempesta. Alle politiche 2006 Forza Italia fu votata dal 20,6% degli elettori, alle Comunali 2002 aveva ottenuto il 21,2%. Male anche l´Udc, lacerato e inchiodato al 6,8%. Il Polo dei moderati ottiene il 10,9%. Un buon risultato che rappresenta un successo personale per il coraggioso candidato sindaco Angelo De Nicola. Peccato che il risultato vale al massimo quattro consiglieri di opposizione e risulta inutile per il progetto politico del Polo dei moderati che puntavano tutto sui ballottaggi e su una sorta di Grosse Koalition all´aquilana. L´Italia di mezzo dovrà poi decidere cosa significa, a L´Aquila, stare in mezzo. La scelta di Marco Follini di confluire nel Partito democratico non piace proprio al leader abruzzese Giorgio De Matteis. Deluso anche il candidato sindaco Luca Bergamotto, della Dc per le autonomie che ottiene il 2,5 % dei consensi. Infine Stefano Vittorini: l´ex-vicesindaco era certo niente meno di andare ai ballottaggi con Massimo Cialente, in qualità di uomo nuovo della destra in una città geneticamente di destra. Si dovrà consolare con i voti dei 986 aquilani che, nonostante ogni tanto le spari grosse, gli vogliono bene. Filippo Tronca

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