Eluana, 17 rose per un anniversario di dolore

dall'inviata Francesca Brunati

19 Gennaio 2009   07:28  

LECCO - Diciassette rose, come gli anni del calvario di Eluana Englaro. Diciassette rose, come gli anni trascorsi dal terribile incidente che da allora l'ha costretta a vivere una sorta di non vita, le sono state donate oggi. Un dono simbolico che papà Beppino le ha portato al capezzale, nella clinica dove è ricoverata.

Sono trascorsi oramai 6211 giorni dal 18 gennaio 1992 quando Eluana, appena 21 anni, uscita da una festa con gli amici, mentre stava tornando a casa, si andò a schiantare con la macchina presa in prestito dai genitori: erano circa le tre e mezza di una notte tra sabato e domenica e sulla strada provinciale che collega Calco a Lecco, la sua auto slittò sull' asfalto ghiacciato.

 Un testacoda, un muro, un palo e la corsa in ospedale. Strappata alla morte dalla rianimazione, prima cadde in coma poi in stato vegetativo permanente. Oggi, dopo diciassette anni "di inferno", il padre ripete "cerco di sopravvivere" senza nascondere il dolore. Dolore e tristezza non li nasconde nemmeno una delle amiche del cuore di Eluana, Cristina. Inseparabili dai tempi dell'asilo, Cristina, ora mamma a tempo pieno, racconta. "Quella sera io non c'ero e l'avevo sentita al telefono prima che uscisse. Mi aveva detto che sarebbe andata a letto perché era stanca". Invece convinta dagli altri della compagnia poco dopo si vestì e andò nel locale.

 "Così è successo, quel che è successo. Da quella sera non ho più potuto parlare con Eluana". Cristina dice che quello fu "un colpo grande per tutti", un "colpo enorme per me, perché era come una sorella".

E adesso? "Adesso non so neanch'io come mi sento, sono passati così tanti anni...". Di tanto in tanto Cristina va a trovare Eluana nella clinica Beato Luigi Talamoni, le parla della sua vita, le ricorda alcuni episodi del passato, quello che avevano condiviso: "Ma lei - aggiunge - non dà alcun segno. E lì che non sente, non parla, non vede, non sorride e non reagisce. Nessuno sa quel che c'é nella sua testa. I medici dicono che c'é il buio, che non comunica con l'esterno. Per me, semplicemente, Eluana non c'é più".

Cristina fa un sospiro e ricorda che "era un uragano, non stava mai ferma, aveva sempre voglia di fare, di andare. La cosa più bella è che c'era sempre per qualsiasi problema, nel bene e nel male. La prima frase che ti diceva era: 'non preoccuparti'. E allora come fai a non sentirne la mancanza?". Sono in tanti tra i suoi amici a sentirne la mancanza. Come Nicola, compagno di liceo e ora avvocato, che di lei dice: "Era una persona molto entusiasta e molto partecipe. Era sempre in grado di cogliere le tue aspirazioni, i desideri, le tristezze e di coinvolgersi con te".

Insomma per Nicola, Eluana non "ti dava l'impressione di ascoltare tanto per ascoltare, ma aveva sempre un attenzione particolare". Eluana definita da alcuni "argento vivo" ha lasciato un grande vuoto. Un vuoto che quelle diciassette rose che oggi ha ricevuto in dono non fanno altro che rimarcare, perché da diciassette anni, per dirla come Cristina, "non c'é piu".

 

(Ansa)


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