Falsi Cavalieri di Malta offrivano ingresso nell'ordine, un arresto anche a Pescara

05 Giugno 2013   11:17  

Un'indagine condotta dalla Procura di Roma in varie città italiane ha sgominato un'organizzazione di truffatori che, spacciandosi per membri dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, dietro il pagamento di somme di denaro tra i 3.000 ed i 10.000 euro, garantivano ad alcuni malcapitati l'ingresso nell'antico ordine ospedaliero.

L'inchiesta ha portato all'arresto di dieci persone, ed ha toccato anche Pescara, dove é risultato coinvolto il 56enne Luigi Panzone, originario di Pianella, docente nel dipartimento Metodi quantitativi e filosofico educativi presso l'Università "D'Annunzio", tratto in arresto dai carabinieri e sottoposto all'obbligo di dimora. Panzone, esperto di finanza, non é nuovo, oltretutto, al coinvolgimento in vicende giudiziarie, poiché già un anno fa risulta il suo coinvolgimento in un'inchiesta condotta dalla Procura di Pescara, secondo la quale egli aveva favorito il superamento a pieni voti di un esame da lui tenuto a vantaggio del sindaco di Manfredonia e di un imprenditore foggiano. Nel dicembre 2011, in più, Panzone aveva inoltre ricevuto un avviso di garanzia con l'accusa di corruzione, poiché avrebbe favorito l'acquisto di un titolo di laurea da parte dell'ex sindaco di Pianella, Giorgio D'Ambrosio.

Ora lui e gli altri arrestati nell'ambito dell'inchiesta sui falsi Cavalieri di Malta sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al conferimento illecito di onorificenze e decorazioni cavalleresche e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le indagini sono partite a seguito di una denuncia effettuata da una tipografia romana dopo una commessa sospetta circa la stampa di alcuni passaporti da parte di uno dei successivi indagati, che si era qualificato come rappresentante di un'agenzia diplomatica internazionale. Dopo alcuni accertamenti, la ricostruzione operata dai magistrati ha configurato l'attività degli indagati come mirata alla concessione di cavalierati e, in secondo luogo, al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di alcuni cittadini tunisini, dietro il pagamento di somme di denaro comprese tra i 2.000 e i 5.000 euro.

 


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