Falsi permessi immigrazione clandestina: maxi operazione dei carabinieri, arresti anche in Abruzzo

09 Giugno 2012   09:52  

E' in corso dalle prime ore del giorno un'operazione dei carabinieri della compagnia di Pescara, denominata Kebab, per l'esecuzione di 26 misure cautelari nei confronti dei componenti di una organizzazione criminale internazionale finalizzata all'ingresso in Italia di cittadini extracomunitari clandestini.

I provvedimenti riguardano italiani e pakistani che attraverso una attivita' di intermediazione onerosa e falsi contratti di lavoro da parte di imprenditori compiacenti consentivano l'arrivo nel Paese di pakistani, indiani e bengalesi.

Gli arresti sono in corso in Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna e Lombardia. Maggiori dettagli alle 11, in conferenza stampa, nella sede del Comando carabinieri di Pescara. 

Ammonta a sei milioni di euro il volume d'affari dell'organizzazione internazionale sgominata all'alba di oggi dai carabinieri di Pescara nel corso dell'operazione "Kebab". I particolari sono stati resi noti, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, dal comandante dei carabinieri di Pescara Marcello Galanzi e dal capitano Eugenio Stangarone.

I capi del sodalizio, tutti di origine pakistana, reclutavano le persone che volevano entrare in Italia e poi attraverso degli intermediari contattavano degli imprenditori compiacenti che davano la loro disponibilita' ad assumere i clandestini.

L'organizzazione si e' avvalsa anche di diversi professionisti, vale a dire commercialisti e consulenti del lavoro, per inoltrare le pratiche e i documenti necessari per ottenere i visti di' ingresso e il nulla osta. Stando alle indagini anche gli imprenditori compiacenti si sarebbero prestati ad inoltrare le domande, ben sapendo che non avrebbero mai assunto i clandestini.

Gli extracomunitari per ottenere il visto e il perfezionamento della pratica hanno dovuto sborsare 12mila euro. Dalle indagini risulta che in due anni sono state presentate 500 istanze di ingresso in Italia.

Per ogni pratica l'organizzazione versava agli imprenditori 3 mila euro. Agli intermediari invece spettava un compenso che variava dai 150 ai 1.500 euro. Gli extracomunitari, una volta entrati in Italia, omettevano di presentarsi alla competente prefettura e si sistemavano presso parenti o si dirigevano in altri paesi europei, in attesa di sanatorie.

 Le centrali dell'organizzazione sono state localizzate in Emilia Romagna e in Lombardia. In totale sono 64 le persone coinvolte, tra queste sono indagate a piede libero alcuni noti commercialisti.

Le indagini, che sono durate due anni, hanno preso il via nel 2009 da una precedente operazione dei carabinieri riguardante il falso fallimento di alcune lavanderie industriali di Collecorvino (Pescara).

I provvedimenti di misura cautelare sono stati emessi dal gip del tribunale di Pescara Maria Michela Di Fine, su richiesta del pm Barbara Del Bono.

I provvedimenti di misura cautelare emessi nell' ambito dell'operazione "Kebab" sono a carico di 15 cittadini italiani, dieci pakistani e un cittadino albanese. Sono rinchiusi in carcere i capi del sodalizio criminale Mohammad Javed Iqbal, 40 anni, Mohammad Khalid, 38 anni, Sajid Hussain, 32 anni, Mohammad Ashraf, 42 anni, e gli intermediari Waris Tehseen, 23 anni, Mohammad Aslam, 45 anni.

Sono finiti in carcere anche Giustino Matteo, 46 anni, imprenditore di Scafa (Pescara), Marcello Giulio Mantenuto, 50 anni, imprenditore di Pescara. Agli arresti domiciliari sono finiti Eugenio Amato, 63 anni, imprenditore di Villapiana (Cosenza), Vincenzo Antonini, 52 anni, commercialista di Pescara, Mahmood Tariq Butt, 40 anni, imprenditore di Cepagatti (Pescara), Imam Hossain, 39 anni, imprenditore di Montesilvano (Pescara), Mohammad Imitiaz, 57 anni, operaio, Domenico Pavone, 47 anni, consulente del lavoro di Pescara, Benedetto Pistilli, 48 anni, imprenditore di Pescasseroli (L'Aquila), Fantino Semenzini, 54 anni, imprenditore di Alanno (Pescara), Nicola Simone, 49 anni, imprenditore di Bucchianico (Chieti), Touheed Uddin, 37 anni, di Montesilvano (Pescara), Lucio Vitiritti, 51 anni, imprenditore di Altomonte (Cosenza).

Sono sottoposti all'obbligo di dimora gli imprenditori Idajetm Burraci, 46 anni, di Collecorvino (Pescara), Maria Teresa Del Romano, 47 anni, di Bucchianico (Chieti), Giovanni La Cesa, 46 anni, di Pescasseroli (L'Aquila), Laudo La Cesa, 49 anni, di Pescasseroli (L'Aquila), Pierluigi Mincone, 38 anni, di Manoppello (Pescara) , Andrea Picciani, 45 anni, di Montesilvano (Pescara), Rosanna Simone, 23 anni, di Bucchianico (Chieti). 


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