Famiglia distrutta, Monia Capitanio potrebbe essere morta per stress emotivo

Gli esami hanno escluso l'avvelenamento da funghi

18 Aprile 2014   10:55  

Non sarebbe da imputare ad avvelenamento la morte improvvisa di Morena Capitanio, la 44enne madre di famiglia teatina deceduta lo scorso 25 marzo dopo aver accusato un malore.

La tragedia si consumò tre giorni dopo il ricovero in ospedale con i medesimi sintomi del marito Marco Ricci, 48 anni, in seguito sottoposto ad una delicata operazione chirurgica e tuttora ricoverato presso il policlinico Umberto I di Roma.

La Asl teatina ha infatti comunicato che gli esami svolti presso il Centro Antiveleni di Pavia non hanno rinvenuto nelle urine della donna tracce di amanitina, tossina velenosa presente nel fungo Amanita Phalloides, andando dunque a confermare che la donna non è morta per un'intossicazione alimentare, come del resto era già emerso a conclusione dell'autopsia.

Caduta dunque l'ipotesi dell'avvelenamento, suffragata da alcuni test eseguiti dall'Istituto Zooprofilattico di Teramo su alcuni funghi velenosi, resta in piedi quella che inquadra il decesso della donna come probabile ed eventuale conseguenza di una situazione di fortissimo stress emotivo per il coma in cui era improvvisamente piombato il marito.

Proprio l'uomo, una volta ripresa conoscenza, potrebbe fornire agli inquirenti nuovi particolari utili a fare definitivamente luce sulla tragica vicenda.


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