Festa del 1° Maggio in musica: Pescara multietnica e solidale

Tante band e la star Piero Pelù a Piazza Salotto

02 Maggio 2008   15:32  

Una celebrazione viva e penetrante da parte di una Pescara sempre più sensibile e attenta ai temi della sicurezza sul lavoro, della solidarietà e della pace multietnica.

Il primo maggio pescarese si è aperto ieri in piazza della Rinascita, ad un pubblico caldo e variegato, desideroso di sperimentare le nuove promettenti leve della scena musicale abruzzese, gravida di sonorità inedite, e intimamente legate all’anima nomade e cosmopolita di questa città gioiello, ormai seconda solo a Roma nella conduzione di una delle festività più importanti d’Italia.

Condotta dai presentatori Silvia Di Silvio e Stefano D'Alberto della trasmissione tv "Weekend e ditorni", la festa prende inizio alle 16 quando Pietro Di Meco, giovane cantautore pescarese, ha dato inizio al concerto con un pezzo tributo alla gioventù vittima del precariato: giovani e meno giovani, eterni tirocinanti smaniosi di oltrepassare la soglia della maturità con qualche garanzia in più del classico stiracchiato contratto a progetto, che di “progetti” paradossalmente, non ne permette.

Intorno alle 17 si sono esibiti i Mandal, i The Shark e i Debitols, alcune band metropolitane tutte votate a un rock arrabbiato ma non privo di ironia e plasticità.

A seguire la vera novità di quest’anno: l’esibizione dei vincitori di “Aspettando il 1° maggio Pescara 2008”, rassegna organizzata da Pino Petraccia e dall’assessore uscente Moreno di Pietrantonio, evento che ha dato vita a un interessante competizione tra numerosi gruppi del Centro Italia, circa un centinaio, ottenendo una grande risposta del pubblico che ha seguito le selezioni con calore e interesse nei locali più in dell’interland pescarese.

Si tratta dei Puntina G.n.r., dei Tre Tigri Contro, di Giuliano Clerico e dei Djambadon: come afferma lo stesso Petraccia, “sono giovani promesse selezionate sulla base di criteri legati all’originalità e al potere creativo, a discapito del fenomeno delle coverband e di quegli pseudo-artisti televisivi creati a tavolino e abilmente mercificati con la data di scadenza impressa sulla ‘confezione’”.

Tema che, più o meno esplicitamente, andrà a caratterizzare l’intera giornata: la creatività, lo spirito di sacrificio connesso alla ricerca spassionata e incorruttibile di sonorità all’avanguardia, sono il pane quotidiano di chi, come Petraccia e il suo gruppo B.i.o, ossia la Baobab international orchestra, fonda la propria musica sulla fusione multietnica e sul potere del suono di legare mondi apparentemente inconciliabili, come l’Irak, il Senegal, l’Occidente con la sua psichedelica realtà fatta di opposti che non sempre si attraggono.

La forza della vibrazione e dello sperimentalismo torna a esprimersi con i Black coffe blues, gruppo ironico e graffiante, ma anche incredibilmente avvolgente nel suo blues fatto di America e libertà. Lo stesso chitarrista della band, Maurizio Piccinino, da molti indicato come il deus ex machina del gruppo, noto soprattutto come giornalista del quotidiano “IlCentro”, sostiene l’importanza di creare musica anziché produrla, cosa alquanto difficile in un sistema mediatico irreggimentato dalle case discografiche.

Nelle varie esibizioni pomeridiane quella di Antonietta Menegatti in arte Edea si è posta come tra le più emozionanti: splendida e grintosa l’interpretazione di “Togheter” di Elisa.

La cantante si racconta come artista impegnata a tempo pieno nella ricerca della vibrazione autentica e della crescita artistica, per niente vittima dell’illusione della fama istantanea, mette in rilievo come in Italia la musica sperimentale locale venga sempre più spesso lasciata in ombra per far posto a quella commerciale straniera.

La giornata scorre con grande intensità e tra le commemorazioni per i caduti del lavoro e l’arrivo sul palco della commovente staffetta “Correndo verso la Pace” (partita da San Pietro a Roma ben il giorno prima), si arriva all’intervento del sindaco Luciano D’Alfonso e dei rappresentanti di Cgil, Cisl E Uil, organizzatori di un evento sempre più sentito e spettacolarizzato a Pescara, città della solidarietà e dell’incontro tra le diverse etnie.

Dopo aver ricordato l’importanza della sicurezza sul lavoro e del proprio impegno politico affinché lo scenario Pescarese migliori e diventi più “facile” da gestire e da vivere, D’Alfonso ha dato spazio alla special guest star della serata: Piero Pelù, artista attesissimo e molto amato anche dalla gioventù abruzzese, giunta da ogni parte della regione e smaniosa fin dal primo pomeriggio di assaporare i pezzi del nuovo album “Fenomeni”.

Il cantautore ha, infatti, scelto ieri i palchi di piazza San Giovanni a Roma prima e piazza Salotto a seguire, per la prima uscita ufficiale del suo ultimo lavoro.

Inutile dire che una volta salito sul palco l’ex leader dei Litfiba ha dato il meglio di sé: energico, carnale e animalesco come sempre ha cantato pezzi di repertorio e inediti incentrati sull’importanza della comunicazione sociale e interpersonale, e sulla brutale facilità con la quale la tv sforni incessantemente finti personaggi, caratterizzati da un successo breve e spesso infondato poiché privi di vera vena artistica e spirito di sacrificio.

Unica nota dolente della serata la mancata concessione di un’intervista da parte della stella del rock, protetta da un entourage vistosamente e a tratti ingiustificatamente impegnato a impedire qualsivoglia foto o ripresa, pena anche la violenza fisica che un collega cameraman ha subito per aver tentato di riprendere il cantante all’ingresso nel backstage (nella foto, la rockstar in uno scatto "rubato").

Persino in relazione alle riprese televisive sono sorte problematiche di varia natura, solo tre, infatti, sono stati i pezzi concessi alla diretta di Reteotto: “Prendimi così”, “Mamma ma-donna” e l’ultimo singolo “Tutti fenomeni”.

Come l’anno scorso con Gianna Nannini, nonostante il congruo compenso offerto dal Comune di Pescara al cantante, è prevalso una sorta di anacronistico divismo che non si sa bene a cosa sia dovuto, se allo stesso Pelù , al suo entourage iperprotettivo o a una conduzione approssimativa dell’Amministrazione uscente in fase contrattuale.

La delusione ha interessato anche il Sindaco che pare si sia ripromesso di condurre personalmente la gestione dei prossimi contratti, e di inserire una clausola di cui non si può far a meno in eventi di tale portata, come nella vita: la buona educazione.

Giovanna Di Carlo

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