Festival cinema ambientale, l'obiettivo sulla bellezza

Visioni di una terra ferita

26 Agosto 2009   12:47  

Visioni di una terra ferita, è stato questo il tema conduttore della serata finale dell'undicesimo Festival internazionale del cinema naturalistico ed  ambientale, che si è colcuso al belvedere di Giulianova dopo un lungo tour tra i borghi del'Abruzzo interno, ovvero Gamberale, Pizzoferrato, Rigopiano di Farindola, Civitaquana, Prati di Tivo,  San Valentino in Abruzzo citeriore, Castellalto.
A presentare Maria Teresa Ruta, star del piccolo schermo, da sempre sensibile alle tematiche legate all'ambiente, madrina di un intenso momento di riflessione sul post-terremoto, scandito da parole, immagini e anche da gesti concreti. Walter Mazzitti, direttore della rivista Abruzzo beni culturali, ha introdotto un bel documetario realizzato da Legambiente, che fa il punto sui danni causati dal sisma al patrimonio storico e artistico dell'Aquila. Un olocausto di bellezza, con migliaia di palazzi storici, chiese ed opere d'arte da ricostruire e restaurare, e ci vorranno, è stato calcolato, oltre tre milardi di euro e chissà quanti anni.
Un mattone lo ha portato intanto sul palco del Festival la Fondazione Crocetti di Roma, che  ha raccolto 330mila euro grazie alla vendita all'asta delle opere realizzate da decine di artisti artisti, che serviranno appunto per il recupero dei beni culturali.
Protagonisti d'eccezione dei momenti musicali della serata, sono stati il cantastorie Roppoppò, di Penne Sant'Andrea, uno dei paese del teramano colpiti dal sisma, e l'esplosivo bluesman Frank j. Finger.
E poi ovviamente ampio spazio alla bellezza della terra d'Abruzzo, con una rassegna di documentari dedicati al patrimonio archeologico, ai castelli, chiese e abbazie abruzzesi, ai parchi nazionali, all'orso, alle case di terra della Val Vibrata. Il video sarà nei prossimi mesi riproposto da emittenti televisive nazionali e nel corso di iniziative organizzate in tutto il mondo, da associazioni di emigranti abruzzesi. ''Quest'anno - rivela a conclusione della serata il direttore dell'evento, il regista Riccardo Forti - non volevo organizzare il Festival. Poi ho capito che alla tragedia che ha colpito la mia terra bisogna reagire, per ripartire e ricostruire''. E la ricostruzione, si può aggiungere, avrà bisogno di una buona sceneggiatura, di registi all'altezza, della capacità visionaria di raccontare e far rimaterializzare la bellezza, la storia e la cultura di una terra ferita.

Filippo Tronca


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore