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La trasferta romana di Chiodi non è stata altro che una riunione del centrodestra, dal chiaro sapore elettorale. Ne è convinta la senatrice Stefania Pezzopane che spiega:
“Non era necessario andare fino alla capitale, se volevano incontrarsi tra di loro. Potevano benissimo rimanere a L’Aquila. Oltretutto avrebbero fatto risparmiare alle tasche dei cittadini le spese per la benzina e le auto blu.
L’Aquila e il cratere- prosegue la senatrice- non hanno bisogno di questi teatrini, non hanno bisogno di divisioni. Se davvero si hanno a cuore le sorti della ricostruzione, a Roma bisognerà andarci tutti uniti e in veste istituzionale. Non come capi delegazione di partito.
Mentre Chiodi e i suoi colleghi consumavano la loro conventicola, io ho incontrato il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Stefano Fassina, che mi ha assicurato che il tavolo governativo, chiesto a Letta nei giorni scorsi, si terrà la prossima settimana.
Dovrà essere quella l’occasione per ribadire, uniti, al governo quali sono le nostre necessità. Sono due i risultati che dovremo portare a casa- prosegue la senatrice- L’anticipazione del miliardo e duecento milioni, che, ricordo a Chiodi, è un provvedimento di questo governo, e lo stanziamento di altri fondi.
Questo è anche l’obiettivo dell’emendamento che ho predisposto e che prevede 600 milioni all'anno per i prossimi tre anni, provenienti dalle accise, come è avvenuto in altri casi di calamità naturali.
Anche il centro destra finalmente ha compreso che la ricostruzione va finanziata con nuove entrate. Fino a qualche tempo fa, schernivano l’idea. Sono tramontate le boriose affermazioni di Berlusconi e Chiodi che non si possono mettere le mani in tasca ai cittadini.
Servono risorse certe per andare avanti, come è accaduto con i 30 milioni di euro, svincolati dal patto di stabilità.
Risorse di cui ora i Comuni del cratere possono disporre grazie all’approvazione di un mio emendamento al decreto emergenze.
Apprendo con piacere-conclude la senatrice- che la giunta regionale ha deliberato sul patto di stabilità verticale, dando così seguito a quanto stabilito dalla legge 71/2013.
La deroga al patto di stabilità per i comuni del cratere è stato un risultato importante.
Gli enti locali potranno investire in opere pubbliche per 30 milioni di euro in più, senza il blocco del patto stabilità. Si liberano in questo modo risorse necessarie alla ricostruzione e si innesca un processo virtuoso per dare una boccata d’ossigeno alle imprese e ai lavoratori”.