Gestori della Centrale biomasse e del Sansificio di Treglio, presto a processo

Il comune di Treglio si costituirà parte civile

29 Luglio 2015   12:55  

A processo i gestori della centrale a biomasse e del sansificio di Treglio (Chieti). Lo rende noto il sindaco di Treglio, Massimiliano Berghella.

"Nei giorni scorsi - dice il primo cittadino - abbiamo richiesto e ottenuto copia conforme di tutto il fascicolo inerente l'inchiesta sugli impianti. Duemila pagine...", entro le quali e' contenuto anche il decreto di citazione a giudizio emesso dal pubblico ministero di Lanciano Francesco Menditto, nei confronti di Enrico Vecere, nato a Sant'Elia a Pianisi (Campobasso) nel '46 e residente a Lanciano, e di Antonio Vecere, nato a Lanciano nel '72 ed ivi residente.

I due dovranno comparire in aula, per il processo, il 16 novembre prossimo, per reati ambientali.

Parti offese il ministero dell'Ambiente e il Comune di Treglio, "Che - afferma il sindaco - si costituira' parte civile".

Antonio Vecere, quale legale rappresentante della Gestione Calore Treglio srl, e' accusato di aver installato la centrale a biomasse di localita' Paglieroni, "in assenza delle prescrita autorizzazione (a bruciare rifiuti), da rilasciare per capacita' superiore a 10t/giorno, ovvero della procedura di Via per capacita' superiore a 100 t/giorno".

Inoltre, pur in possesso di autorizzazione che consentiva di bruciare combustibili "bruciava rifiuti rappresentati dalla sansa di oliva prodotta dal Sansificio Vecere srl di cui non veniva attestata la conformita'" e bruciava rifiuti diversi da quelli previsti progettualmente".

Inoltre "consentiva il trasporto e lo smaltimento delle ceneri senza autorizzazione".

Enrico Vecere, quale legale rappresentante del Sansificio Vecere srl, impianto per l'estrazione e la raffinazione degli oli di sansa e di oliva, "dopo aver prodotto ceneri qualificabili come rifiuti non pericolosi ne consentiva il trasporto e lo smaltimento senza la prescritta autorizzazione" e "non rispettava le prescrizioni previste, producendo emissioni di monossido di carbonio non consentite".

"Permessi inesistenti o insufficienti ed emissioni oltre i limiti - dice Berghella -: una situazione che si e' protratta a lungo e a cui la magistratura per fortuna ha dato lo stop.

Adesso gli impianti sono chiusi perche' sotto sequestro, sigillati dalla Procura. I titolari piu' volte ne hanno richiesto il dissequestro ma e' stato loro negato.

Il Comune - evidenzia ancora il sindaco - e' in prima linea ora per la salvaguardia e la tutela della salute dei cittadini e della qualita' della vita e dell'aria in paese.

I proprietari del sansificio e della centrale stanno facendo di tutto per riaprire e bypassare talune lacune, chiedendo alla Provincia ad esempio la modifica non sostanziale dell'impianto.

Noi ci siamo opposti e ci opporremo, abbiamo avuto anche colloqui con i vertici dell'Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la tutela ambientale) per capire come meglio agire e tenere sotto controllo la faccenda.

Vogliamo capire anche qual e' l'atteggiamento dell'Arta, il nostro obiettivo e' di giungere alla delocalizzazione degli impianti". 


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